La trovata degli studenti facinorosi, quelli che si uniscono volentieri a collettivi e centri sociali, è il “No Meloni Day”. Le proteste sono rivolte al Presidente del Consiglio, ma anche alle tematiche tra le più disparate: dalla gestione della scuola (contro l’odiato merito) al Dl Sicurezza (che tra le altre cose rafforza i sistemi contro le occupazioni abusive di immobili), fino alla causa palestinese. Gli slogan gridati e comparsi tra gli striscioni sono molti: “Vogliamo potere”, “Liberiamo il Paese”, “No Meloni Day”. La scuola per i manifestanti e gli organizzatori (Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza) deve essere “pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico, la tutela del benessere psicologico nelle scuole e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole”.
Agenti attaccati e feriti
Ovviamente, come era facile preannunciare, i cortei si sono trasformati fin da subito in un attacco alle forze dell’ordine. In molte tra le 35 città italiane dove liceali e universitari hanno sfilato, si sono registrate delle violenze. A Torino, ad esempio, è stato dato fuoco a un manichino che ritraeva il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Lì un ordigno ha ferito 15 agenti delle forze dell’ordine per via delle esalazioni urticanti e sono stati costretti a rivolgersi al pronto soccorso. Molto forti le parole usate nel corteo di Roma: uno striscione esposto recitava “Contro un governo di fascisti e sionisti”. Il fantoccio apparso nella Capitale, questa volta, è del ministro Bernini, raffigurata sottoforma di somaro. Kefiah, foulard, manette finte: della vernice rossa è stata poi gettata per strada verso la Polizia. Il volto di Giorgia Meloni compare a Milano, imbrattato di vernice rossa: “Avete le mani sporche di sangue. L’alternanza uccide”. Premier ritenuta anche “complice del genocidio” in Palestina. Poi i soliti cori: “Siamo tutti antifascisti”. Non fanno sconti a nessuno: tra le maschere indossate, tra Milano e Torino, oltre la premier, comparivano Trump, Biden, Musk, Netanyahu, Salvini, Putin, Schlein. Lanci di uova sugli agenti dell’antisommossa, poi attaccati con le aste delle bandiere. Insomma, non un bel guardare, specialmente nei metodi seguiti dai facinorosi, nelle forze di protesta che superano quelle democraticamente consentite.
Meloni: “Certa politica smetta di giustificare e condanni”
Durissimo il commento della premier Giorgia Meloni: “Anche oggi abbiamo assistito a inaccettabili scene di violenza e caos di alcune piazze, ad opera dei soliti facinorosi. Diversi agenti delle Forze dell’Ordine sono finiti al pronto soccorso a causa di ordigni e scontri. La mia totale solidarietà va a tutti gli agenti feriti con l’augurio di una pronta guarigione. Spero che certa politica smetta di proteggere o giustificare queste violenze e si unisca, senza ambiguità, nella condanna di episodi così gravi e indegni”. Prese di distanza che, quando si scrive, ancora mancano dal campo progressista. Chissà quale sarà allora l’apporto degli antagonisti allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il prossimo 29 novembre, dato che questi hanno annunciato di unirsi con toni altrettanto aspri. Quella “rivolta sociale” contro il governo a cui ha auspicato Maurizio Landini è davvero così lontana?