Certo noi poveri italiani di questi tempi abbiamo qualche bel problema in più. Uno su tutti: comprendere cosa stia accadendo davvero in materia di economia, finanza e pure sicurezza.
Ogni giorno, sui giornali in TV ci tocca leggere o ascoltare tutto e il contrario di tutto. Vai a letto la sera con Salvini che se ne frega di tutto e tutti e ti alzi la mattina con Fico che strizza l’occhio al PD e dice che è tempo di colloquiare con le opposizioni. Cerchi allora di farti coraggio anche se quel po’ di risparmi che hai in Bot si stanno rapidamente trasformando in carta da lettere (perché vogliamo essere educati), ma poi ti senti dire che forse non basterà, che magari gli italiani potrebbero essere “chiamati ad aiutare il governo” che qualcuno sussurra pare sia una sorta di nuova una a tantum intorno ai 3000 euro cadauno.
Ma poi, e qui gioia e letizia, ti vengono a dire che hanno scherzato, ma figuriamoci se si può chiedere agli italiani di mettersi le mani in tasca per cosa, poi? Per pagare il reddito di cittadinanza ai rom e agli stranieri? Ah, ma allora è vero che il reddito di cittadinanza lo danno anche a rom e immigrati, eppure Di Maio assicurava di no. Ma infatti, dice qualcun altro, non è vero. Sicuramente il reddito di cittadinanza non lo danno ai migranti, forse, ma è possibile che lo diano ai rom, sempre forse. O forse sì, lo daranno, ma comunque vedremo. Che fretta c’è?
Beh però con la rivisitazione della Fornero e la “quota 100” almeno 490 mila persone se ne andranno in pensione, lasciando liberi altrettanti posti di lavoro. Non saranno un milione, certo, ma quasi la metà, e butta via! In realtà, non proprio. Come “non proprio”? Sì, perché in 490mila andranno a casa, ma per esempio, se prendiamo le Poste l’intesa è 3,8 nuovi assunti per ogni 10 uscite, che mia madre quando l’ha sentito si è subito chiesta che pezzo di sé avrebbe lasciato a casa quel povero disgraziato a cui tocca lo 0,8. Misteri del mondo del lavoro ma, scherzi a parte, i 490mila posti di lavoro nuovi ce li possiamo allegramente sognare.
Nel frattempo, l’Ufficio parlamentare di bilancio boccia il Def, e dal Movimento 5stelle con la solita pacatezza che fa di tutti loro senz’altro gli eredi del criptico Andreotti, arriva una perentoria dichiarazione: “Questo è un atto di guerra!” che per fortuna DiMaio non era più sul balcone di palazzo Chigi quando la sentenza è stata espressa, altrimenti ci si poteva anche aspettare una massa urlante esplodere in applausi frenetici al grido di “guerra, guerra!!!” Vi ricorda qualcosa? Però, per scongiurare brutti pensieri, come DiMaio stesso ha fatto notare, LePen e Orban sono di destra, quindi al Movimento proprio non interessano. E qui, scusate, la domanda ci è sorta spontanea: ma qualcuno ha detto al Luigino nazionale che, oltre ad essere Matera in Basilica, lui e il suo partito hanno fatto il governo con Salvini e la Lega? Chissà…
Però, l’Ufficio parlamentare di bilancio mica ha finito. Fanno anche sapere che ci sono “forti rischi di possibili ribassi sulle previsioni per il 2019”, e Pisauro – economista e presidente del UpB – aggiunge: “ sono le deboli tendenze congiunturali di breve termine, che rendono poco realistici forti trend al rialzo rispetto allo scenario tendenziale del prossimo anno. E c’è anche la possibilità che nelle attese degli operatori di mercato, lo stimolo di domanda ingenerato dall’espansione dell’indebitamento venga limitato dal contestuale aumento delle turbolenze finanziarie”, che tradotto per noi poveracci sarebbe come dire: “ve la scordate la crescita del Pil preventivata, perché abbiamo un’economia che fa schifo a noi non crede più nessuno”. Ma se questa è la ferale notizia per il 2019, ce n’è pure per il biennio 2020-2021 dove sempre UpB dice che “disallineamenti rispetto alle stime del panel UPB e fattori di incertezza sulla crescita reale riguardano anche il biennio 2020-2021, periodo al di fuori dell’orizzonte di validazione”. Ma se è fuori dell’orizzonte, che ne parlano a fare? Per intristirci ulteriormente? Oppure portano iella, da quelle parti?
E mentre il Fondo monetario continua a parlare delle difficoltà delle banche italiane strozzate dai titoli di debito pubblico che hanno in portafoglio per 387 miliardi, noi ci domandiamo chi mai tra qualche mese sarà in grado di concedere un mutuo nel caso qualcuno avesse i mezzi e il poco giudizio per imbarcarsi nell’acquisto di una casa? Ma che ci frega, tanto c’è il ministro Toninelli che con la forza del pensiero riesce anche a finire la costruzione del tunnel del Brennero, vuoi che non possa tirare su allo stesso modo qualche migliaio di case popolari?
Rimuginando sulla difficile domanda, ci avviamo verso il posto di lavoro, sperando che ancora ci sia.