Nuovi provvedimenti sul contrasto all’immigrazione illegale: clandestini trattenuti ed espulsi

Come preannunciato il 17 settembre dal presidente Meloni a Lampedusa, il Consiglio dei Ministri di lunedì 18 settembre ha deliberato alcune importanti misure in tema di immigrazione. In particolare, si estende – come consentito dalla normativa eurounitaria – a 18 mesi (6 mesi iniziali, seguiti da proroghe trimestrali) il limite massimo di permanenza nei cosiddetti Centri per il rimpatrio (C.p.r.) degli stranieri non richiedenti asilo, per i quali sussistano esigenze specifiche (se lo straniero non collabora al suo allontanamento o per i ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione da parte dei Paesi terzi). Il limite attuale è di 3 mesi, con una possibile proroga di 45 giorni.

In questo senso, si rinforzano le procedure di rimpatrio, dal momento che gli immigrati saranno trattenuti il tempo necessario a stabilire se possiedono i requisiti per rimanere. In mancanza, saranno immediatamente espulsi.

È stata prestata anche una particolare attenzione nei confronti delle categorie più deboli, tanto che saranno predisposti canali differenziati per donne e bambini, ai quali, per l’appunto, sarà garantita ogni tutela possibile, proprio nell’ottica di una azione mirata a difendere coloro che si trovano realmente in uno stato di bisogno.

Inoltre, si prevede l’approvazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della difesa, di un piano per la costruzione, da parte del Genio militare, di ulteriori C.p.r., da realizzare in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili.

Sarà dunque l’esercito ad allestire nuovi centri di permanenza, colmando le carenze dovute ad anni di politiche di sinistra che hanno totalmente trascurato questi fondamentali presidi di legalità.

Questi nuovi provvedimenti confermano l’approccio che il Governo Meloni sta tenendo sul fronte dell’immigrazione illegale: ora è l’Italia a scegliere chi può rimanere in Italia, non più i trafficanti di vite umane. L’illegalità e le morti in mare sono una piaga per il nostro paese e per l’Europa intera da troppo tempo, e l’unico modo per invertire la rotta è bloccare le partenze dai paesi di origine, cooperando proprio con questi in un’ottica paritaria e di reciproco interesse.           
Le misure deliberate dal Cdm confermano dunque la nuova direzione intrapresa dall’esecutivo italiano, che è riuscito a convincere anche l’Ue a seguirlo su questa nuova rotta verso la legalità.

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Redazione
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La Redazione de La Voce del Patriota

1 commento

  1. Vorrei che la lingua italiana mantenesse il suo senso corrente.
    “Espulsi” significa che sono fisicamente allontanati dal territorio italiano, non che qualche autorità in vena di spirito gli consegni un foglio di via e li lasci liberi di girare per l’Italia a fare danni.
    Poichè l’ostacolo all’espulsione vera è sempre stato il fatto che l’immigrato non dichiara chi è e da dove viene, e che il paese di origine non lo vuole indietro e ben si guarda da stringere accordi in tal senso con l’Italia, come facciamo ad espellerli?
    La soluzione è solo quella che applica, ad esempio, l’Australia, o che ha proposto di applicare l’UK: identificare un luogo di raccolta dal quale non possono uscire per rientrare in Italia.

    Con affetto

    Alessandro

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