Nuovo ponte di Genova: la solita politica contro il miracolo della ricostruzione

Solo un anno fa spariva definitivamente il vecchio ponte Morandi, un boato ed una cascata d’acqua fecero implodere i due piloni ancora in piedi. Da quelle macerie, era il 28 giugno 2019, la realizzazione del nuovo ponte progettato da Renzo Piano. L’opera è ormai nella sua fase conclusiva, tant’è che è stata confermata, per i primi di agosto, la cerimonia di inaugurazione del viadotto. Il “modello Genova“, riferito proprio al nuovo ponte ed ai suoi stretti tempi per di costruzione (solo 10 mesi per un’opera da 200 milioni di euro invece dei tradizionali 10-15 anni), è un esempio di efficienza che in molti vorrebbero replicare e far diventare la regola per le grandi opere d’interesse nazionale.
Il suo futuro e la conseguente apertura al traffico non sembrano, però, così scontate perchè il governo non ha ancora deciso se dovrà essere Autostrade S.p.A. a gestirlo o un altro concessionario. La guerra politica, tutta in seno alla maggioranza e soprattutto tra il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle, ha creato uno stallo che dura da 2 anni e che sta impedendo qualsiasi accordo sulla gestione. Se tutto andrà bene, il ponte sarà pronto per il 29 luglio ma il rischio, a questo punto, è che il Commissario Marco Bucci non avrà nessuno a cui consegnare l’opera per il collaudo.

Il simbolo di efficienza e rapidità, dall’alto valore simbolico per il sistema nazione, potrebbe trasformasi in una figuraccia internazionale per colpa di un governo che non riesce a prendere decisioni. Insomma, il modello Genova sembra essere riuscito a neutralizzare la (tanto temuta) burocrazia, con tutte le sue procedure, i bandi, i permessi, i ricorsi ecc. ecc. ma non la politica delle contraddizioni e delle lotte di potere. Segno che gli interessi ed i valori delle forze che ci governano sono contrastanti tanto da impedire di superare le ragioni del contendere. Speriamo che il “miracolo” di Genova, alla fine, si compia. Gli esempi positivi, in questo periodo, ci servono come il pane.

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