Ong politico-criminali

Il ricordo delle tensioni politiche avvenute fra Matteo Salvini, quand’era ministro dell’Interno durante il primo governo di Giuseppe Conte, e il Partito Democratico, accompagnato, come sempre, dalla intellighenzia varia di sinistra, è ancora abbastanza fresco. L’allora numero uno del Viminale faceva il possibile, appoggiato anche da Fratelli d’Italia, per quanto FdI fosse alla opposizione del Conte I, per frenare gli sbarchi di immigrati clandestini, all’epoca continui e cospicui, presso le coste italiane. Le sinistre e i loro pappagalli ripetenti, a libro paga di televisioni e giornali, accusavano Salvini, ca va sans dire, di razzismo e disumanità, e puntavano il dito contro il leader della Lega, reo di criminalizzare le Ong, Organizzazioni non governative responsabili degli sbarchi tramite imbarcazioni di loro proprietà, che sarebbero dedite soltanto alla solidarietà e impegnate a salvare vite umane. Guai a sollevare qualche dubbio in merito a tali entità perché sarebbe, secondo la solfa propagandistica di PD e reggicoda, come sparare sulla Croce Rossa. Invece, passa il tempo ed escono sempre più particolari circa queste Ong che non sono per nulla edificanti, aspetti già in buona parte noti alla destra, la quale invita da anni ad andare a fondo sulle attività di soggetti che sono privati e ricevono finanziamenti da privati, ma messi sotto il tappeto dalla disinformazione radical-chic. Una bella spolverata è stata data su Il Giornale da Fausto Biloslavo, il quale, conoscendo bene le azioni delle Ong nel Mediterraneo e la questione migratoria in sé, soprattutto per quanto riguarda l’area della Libia e della Tunisia, ha messo in luce come le Organizzazioni non governative abbiano legami stabili con i gruppi criminali, i cosiddetti scafisti, che caricano i migranti su barconi e barchini dai porti nordafricani e giungono in un determinato punto del Mediterraneo. Lì, avviene il trasbordo delle persone sulle imbarcazioni delle Ong, le quali, a loro volta, reclamano e raggiungono il porto da loro dichiarato più sicuro, e si tratta sempre di uno di quelli italiani. Circola un video, già evidenziato dal nostro Andrea Landretta, che dimostra in maniera palese come il trasferimento dei migranti dagli scafisti, a bordo di barche camuffate da motovedette della Guardia Costiera libica, alle navi delle Ong, sia una prassi consolidata, un lavoro abituale insomma, svolto dai protagonisti con assoluta calma. Chissà quante volte è successo e appare pertanto sempre meno credibile la storiella dei bravi e disinteressati altruisti che aiutano per caso, che sopperiscono alle lacune degli Stati e delle Autorità. Non si tratta mai di un caso, bensì di azioni coordinate scientemente con le mafie nordafricane, aventi obiettivi anche politici. Lo denuncia Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione di FdI, le Ong hanno lo scopo di interferire nelle politiche migratorie delle varie Nazioni e infrangerle.  Che c’entri anche la politica, oltre alla grave collusione con organizzazioni di delinquenti, lo si vede dal destino di Carola Rackete, divenuta europarlamentare con un partito tedesco di estrema sinistra, e dalla vergognosa minaccia di Sea Watch rivolta a Giorgia Meloni, che deve andare incontro, secondo questi bravi signori, al peggio possibile nel resto della propria esistenza.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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