Difendere i confini non potrà mai essere un reato. Un dispiacere con chi ce l’ha tanto con le nostre frontiere, ultime protettrici della nostra identità: difendere la Patria resta una prerogativa del cittadino, tra i pochi doveri presenti nella Costituzione, senz’altro il più esplicito di tutti. E se consideriamo che quella stessa Costituzione è stata redatta da chi sa bene cosa comporta vedere i confini della propria Nazione violati da potenze straniere, il vincolo prende assai più significato.
Ovviamente la vicenda della Open Arms che ha portato in tribunale il vicepremier, Matteo Salvini, non ha a che fare con grandi eserciti, ma “solo” con 147 migranti che la ONG aveva prelevato in mare e che il leader della Lega, allora ministro dell’Interno, aveva fermato a Lampedusa. Il fatto assume rilevanza anche e soprattutto per il suo significato: il concetto di base è che in Italia si deve entrare legalmente, è soltanto il Governo, espressione della volontà popolare, a decidere chi può entrare e chi no, e non scafisti o ONG battenti bandiere di altri Paesi. Tra i primi a festeggiare l’assoluzione di Salvini come una “grande notizia” è la premier Giorgia Meloni, che ha spiegato: “Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine”. Altrimenti, ogni politica anti-immigrazione clandestina sarebbe inutile. È quello che un po’ vorrebbe la sinistra e i suoi bracci che si allungano talvolta fino in magistratura, ma a quanto pare, nelle parole di Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, la sentenza “vuol dire che la giustizia funziona e che chi governa può svolgere serenamente il proprio difficile lavoro”.
Tutta la frustrazione di Elly and Co.
A sinistra non la smettono di frignare. Speravano in altro, ma è andata male. Le prime parole di Elly Schlein, leader del Pd: “La nostra critica alle scelte di Meloni e Salvini, oggi come ieri, è tutta politica e non cambia di un millimetro perché è sulla politica che li batteremo. Le sentenze si rispettano sempre a differenza di quanto fa la destra e la nostra dura opposizione alle loro scelte continuerà”. Ma se fosse soltanto una battaglia politica, l’italo-svizzera allora come spiega l’ingerenza estera delle ONG sulle nostre politiche o le sentenze di alcuni magistrati che sono al limite del buon senso?
Si registra al contempo la frustrazione di Angelo Bonelli, capo dei Verdi. Lui prima dice di rispettare la sentenza, poi rimarca la sua posizione contro Salvini e, quindi, contro la sentenza stessa: “Le sentenze si rispettano e questa dimostra che i giudici agiscono nella loro autonomia. La destra non potrà dire che sono ‘zecche rosse’, affermazione purtroppo usata molte volte. Rimane inalterato il nostro giudizio politico: Salvini non ha difeso i confini dell’Italia, ha tenuto per settimane in mezzo al mare 147 naufraghi tra cui donne e bambini per meri calcoli elettorali”. Le parole di Bonelli dicono cos’è davvero la sinistra: finge di rispettare la sentenza di Palermo, ma fa difficoltà ad accettarla.
Al geom. Bonelli segnalo che “difendere i confini dell’Italia’ vuol dire impedire l’invasione selvaggia ed incontrollata del territorio italiano da chiunque -uno, cento, mille, ecc.- voglia entrare ILLEGALMENTE sul suolo Tricolore. Ma forse ‘esso’ non la può capire perché comporterebbe l’uso di sue celluline grigie che forse devono ancora maturare (ad oggi sono ancora verdi-AVS!).
Alla ‘dolce’ italo-svizzerotta Elly, invito ad informarsi di come vengono “accolti” gli stranieri irregolari che varcano i confini del liberale, neutrale, serio paese rosso-crociato del centro Europa: se crede posso raccontarle un episodio reale vissuto di persona dal sottoscritto alla frontiera di Chiasso. Così magari si vergogna un po’ e la smette di dire fregnacce. Che squallore!
Perché questi signori non partono dal presupposto che il processo non si sarebbe dovuto fare? Alla nave era stato offerto di andare a Malta o in alternativa in Spagna, ma loro hanno deciso che soltanto l’Italia andava bene per l’attracco: ASSURDO!!!!!! Finalmente la giustizia ha fatto il suo corso.