«Ora riprendiamoci l’Emilia-Romagna». Il ministro Lollobrigida “suona la carica” per la prossima consultazione elettorale 

«In Liguria la sinistra era convinta di vincere, poi è arrivato il giorno in cui i cittadini, con la matita, decidono chi vince veramente. Ad esempio ad Imperia abbiamo staccato di 17mila voti il centrosinistra, in questo modo abbiamo recuperato Genova, dove eravamo sotto. Spero che a queste Elezioni Regionali il popolo dei moderati e dei conservatori sia decisivo per la vittoria del centrodestra in Emilia-Romagna con una donna. Io dico che si può smentire il pronostico. Fratelli d’Italia li ha sempre smentiti, nessuno scommetteva, dieci anni fa, sul partito e su Giorgi Meloni prima donna presidente. È ora di smentire il pronostico anche qua in Emilia-Romagna». Parole di Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, in questi giorni invitato da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, per dare manforte ai candidati del partito alle Regionali.

E come da copione Lollobrigida ha suonato la carica in vista del voto del 17 e 18 novembre.
“Foti mi ha fatto fare il capogruppo prima di lui, ma senza di lui non sarei riuscito a farlo. Grazie per quello che ha fatto per la destra e per l’Italia”. Subito dopo riflettori puntati sul voto di novembre, che arriva dopo quello ligure. «Stefano Bonaccini si è candidato contro Elly Schlein al congresso del Pd perché avevano idee diverse. Ora De Pascale chiarisca e scelga dove stare su tante questioni, perché il Pd di Schlein è diverso da quello di Bonaccini. Quest’ultimo, ad esempio, sul tema della carne sintetica, la pensa come noi, ovvero è contrario. Ma sui pesticidi in Ue come la pensa Schlein? Non vorremmo che l’idea del Pd, per aiutare l’ambiente, fosse quella del ripristino forestale dei campi abbandonati».

Lollobrigida, inoltre, ricorda poi il lungo percorso di Fratelli d’Italia, che ottenne proprio alle Regionali del 2014 un seggio – in tutta l’Emilia-Romagna – con Foti.
“Dieci anni fa avevamo percentuali da prefisso telefonico. Però Tommaso riusciva a farsi eleggere comunque. Ora continuiamo a crescere e stupiamo il mondo. Aumentiamo i voti facendo quello per cui siamo stati votati. Così come all’opposizione rifiutammo di entrare al Governo, decisione apprezzata dagli elettori. Anche i magistrati si sono accorti che Giorgia Meloni non è ricattabile. La premier è una speranza per il nostro popolo: l’economia e il lavoro presentano dati positivi. Dall’altra parte, invece, a queste Regionali vedo che Giuseppe Conte e Matteo Renzi, divisi in tutta Italia, in Emilia sono uniti. Il collante sono le poltrone, non i valori”.

Infine, una bordata sul cosiddetto “sistema Bologna”. “Giusto per approfondire la questione, vale la pena snocciolare qualche dato. Secondo uno studio de Il Sole 24 ore sulla criminalità in Italia nel 2023, Bologna si afferma – in negativo, ça va sans dire – come quinta realtà per denunce, oltre quota 56 mila. E sesta nel rapporto ogni centomila abitanti. In un contesto nazionale dove i reati sono tornati a crescere, sotto le due torri si registra un più 2,6% rispetto al 2019. Rimanendo nella rossa Emilia-Romagna, in questa poco onorevole classifica generale troviamo invece Rimini a ridosso del podio. 

Nello specifico felsineo: seconda città per violenze sessuali (222), percosse (634) e delitti informatici (1.073). Sesta nelle rapine (650) e settima nei furti (24.135). Nona circa i danneggiamenti (6.302). Senza dimenticare non meglio precisati reati vari che vedono la Dotta “primeggiare” con 12.462 denunce”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 20 anni, napoletano, studente alla facoltà giurisprudenza nella università degli studi Suor Orsolo Benincasa, da sempre appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive dellla Campania.

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