«Senza la protezione della nostra cultura cristiana perderemo l’Europa e l’Europa non apparterrà più ai cristiani». Lo ha detto oggi a Budapest il primo ministro ungherese ViktorOrbán nel discorso in occasione della Festa nazionale magiara, che celebra l’anniversario della rivoluzione del 1848-49. Al suo fianco il suo omologo polacco, Mateusz Morawiecki.
«Siamo noi che abbiamo fermato ai nostri confini meridionali l’invasione degli immigrati diretta in Europa», ha detto Orbán, capofila nella Ue degli oppositori alla politica migratoria di Bruxelles, «siamo noi quelli che vogliono un’Europa forte, forti Stati Nazione e nuovo forti leader europei. Vogliamo guarire i popoli d’Europa dalla loro cecità così che capiscano come, in un impero liberale europeo, perderemmo tutti la nostra libertà».
«Bisogna fermare il declino dell’Europa e vogliamo un nuovo inizio», ha aggiunto il leader di Fideszin vista delle imminenti elezioni europee, e «speriamo che le Nazioni europee vedranno più chiaro e senza benda sugli occhi i pericoli dell’immigrazione, che mettono in pericolo la cultura cristiana del nostro continente». Secondo Orbán, l’Europa non ha bisogno di «un impero sovranazionale», rappresentato dalla burocrazia di Bruxelles e paragonabile a quello di Mosca, che aveva soffocato la libertà degli ungheresi.
«Polonia e Ungheria lottano insieme per il futuro», ha aggiunto Orbán,rinsaldando il legame con Varsavia nello scenario dell’alleanza di Visegrad e immaginando una prossima «spettacolare ascesa dell’Europa centrale, una ripresa dell’antica grandeur, un Rinascimento centro europeo». Poi l’avvertimento alle Istituzioni comunitarie: «Quando Bruxelles attacca la Polonia, attacca l’intera Europa Centrale. Gli imperialisti che vogliono proiettare la loro ombra sull’Europa centrale, dovranno sempre vedersela con il legame fra Polonia e Ungheria».