Paola Del Din, la medaglia d’oro al valore militare che vuole farsi chiamare patriota (e non partigiana).

 Perché l’Italia era ed è di tutti, non solo di una parte

Nella lettera del Presidente Meloni pubblicata sul Corriere della Sera in occasione del 25 aprile il premier ha voluto ricordare e rivolgere i propri ringraziamenti a Paola Del Din.

Ma chi è questa “donna straordinaria” e che cosa ha fatto per l’Italia?

Paola Del Din, classe 1923, conosciuta con il nome di battaglia di “Renata” (in onore del fratello caduto in guerra e con il quale aveva iniziato la sua opera patriottica), durante la Resistenza “combatteva con le Brigate Osoppo, le formazioni di ispirazione laica, socialista, monarchica e cattolica”.

È stata la prima donna italiana a paracadutarsi in tempo di guerra.

Il 9 aprile 1945 si lanciò in una zona del Friuli dove doveva prendere contatto con gli alleati. Nonostante l’atterraggio comportò una frattura ad una caviglia, riuscì nella sua missione e consegnò i documenti segreti che trasportava.

Ripensando a quei momenti, quando le si domanda come vivesse il fatto che i suoi compagni non avessero molta fiducia in lei in quanto donna, semplicemente risponde che “ero una persona. Abituata a fare ciò che si doveva fare, e non ero paurosa”.

Una risposta, questa, che forse più di tanti discorsi di oggi racchiude e sintetizza il senso più profondo di un femminismo che la Del Din mise in campo oltre settanta anni fa, semplicemente agendo per quello in cui credeva. Perché, come racconta in una recente intervista con Bruno Vespa, “l’ideale era tutto”.

Come ricorda Meloni nella sua lettera, il coraggio della Del Din “le è valso una Medaglia d’oro al valor militare, che ancora oggi, quasi settant’anni dopo averla ricevuta, sfoggia sul petto con commovente orgoglio.”

Con la fine della guerra, Paola Del Din si laurea in lettere all’Università di Padova, continuando a servire la Patria come insegnante, e andando ancora oggi a parlare nelle scuole di Italia e del valore della Libertà.

Una vita quindi quella di “Renata” interamente dedicata al Paese, difendendolo prima, e formandolo poi. Come dice la stessa Del Din, lei è una patriota, non una partigiana “perché l’Italia è per tutti, non solo per una parte”.  Le sue azioni sono state rivolte a tutta l’Italia, non solamente ad una parte, perché in quel periodo tutti avevano bisogno di aiuto. E tutti quelli che potevano, dovevano fare la loro parte per risollevare una Italia che era distrutta.

La storia vissuta e raccontata da questa eroina di guerra non è una storia trattata politicamente. Ma è una storia vissuta in prima persona, ed è una storia che racconta un periodo in cui l’ideale della Patria era saldo e non poteva e non doveva essere compromesso.

Una Patria a cui la Del Din pensava anche prima del suo lancio. Come è solita raccontare, infatti, in quel momento il suo pensiero era rivolto alla polenta.

Ma la polenta, in questo senso, non era solamente un alimento, un cibo buono. Ma rappresentava la casa, la famiglia, la mamma. Anche la polenta, insomma, era Italia ed era Patria. Una Patria di cui bisognava prendersi cura e pensando alla quale si trovava il coraggio di fare tutto. Anche di lanciarsi con il paracadute. Anche se si era donne.

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