Parte d’ufficio la Commissione d’inchiesta: la sinistra continuerà a fare ostruzionismo?

La Commissione d’inchiesta sul Covid è pronta a procedere e a iniziare le indagini sulla gestione della pandemia svolta dal Governo Conte e dal Governo Draghi. Chissà quanto marcio verrà fuori, chissà se le cose da fare sono state svolte tutte secondo regola e prassi. Anche se, qualcosa non quadra già da ora, e non quadrava in realtà già allora: perché il presidente del Consiglio Giuseppe Conte continuava a limitare libertà personali a suon di dpcm, atti amministrativi (e non leggi) non dotati di forza a sufficienza per una tale manovra? A cosa è servito l’obbligo vaccinale anche su giovani e giovanissimi? A cosa sono serviti il green pass, le campagne di sensibilizzazione a colpi di primule e i vari obblighi imposti nel corso di quei terribili mesi? Cosa è mancato negli ospedali? Quante risorse sono state sprecate in mascherine mai giunte? La linea seguita dal governo italiano fu partorita dalle gloriose menti di Speranza and Co., oppure erano dettate da attori esterni?

Il timore della pubblicità

Secondo la Costituzione e secondo i regolamenti parlamentari, le Commissioni d’inchiesta hanno a disposizione, nell’esercizio delle loro funzioni, atte a indagini ed esami, “gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”. Questo perché, come bene è stato spiegato dalla Corte Costituzionale negli anni ’70, il compito delle Commissioni “non è di giudicare, ma solo di raccogliere notizie e dati necessari per l’esercizio delle funzioni delle Camere”. Ma il vero pregio delle Commissioni d’inchiesta sta nella loro pubblicità dei lavori. Ed è proprio questo il fine ultimo di questa commissione voluta dal centrodestra con una forte battaglia di Fratelli d’Italia: voler mettere nero su bianco, a disposizione di tutti gli italiani, le informazioni necessarie per capire e comprendere quei mesi di gestione della pandemia, segnati da grande e non scusabile improvvisazione e da ugualmente imperdonabili negligenza e inefficienza. Ormai, dunque, non ci sono dubbi sul perché la sinistra, che ha governato ininterrottamente, in entrambi i governi avuti dal 2020 al 2022, abbia cercato in tutti i modi di fare ostruzionismo sulla formazione della commissione. E pure in parte riuscendosi, essendo stata in grado di far slittare l’inizio dei lavori di quasi due anni. L’ultima mossa è stata non scegliere i propri rappresentanti all’interno dell’assemblea, sfruttando fino all’ultimo minuto di inadempienza prima della nomina d’ufficio da parte del presidente del Senato Ignazio La Russa. Una commissione, dunque, che non parte sotto i migliori auspici, con una sinistra che si sottrae, come spesso accade, al dialogo e al confronto. La sua gestione della pandemia è stata regolare? Lo dimostri, perché obbligare la destra a procedere a colpi di maggioranza, non è un bel messaggio da lanciare ai suoi elettori, che pure hanno patito le misure restrittive di quegli anni.

Malan: “Non ci sono buoni o cattivi”

Vale la pena, dunque, riportare le parole del senatore Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato e membro della Commissione: “Non è il derby dei buoni contro i cattivi – ha detto come riportato da La Verità –. Non sappiamo chi siano i buoni, non c’è chi detiene la verità. Si dovranno ascoltare le varie opinione come non è stato fatto durante l’emergenza sanitaria”. In altre parole, non c’è nessun preconcetto ideologico da parte della destra: la volontà di Fratelli d’Italia è quella di “capire come si sono svolte le cose ed evitare gli errori in eventuali, possibili pandemie”. La speranza di Malan è che “una volta che i lavori saranno iniziati, ci sia lo spirito che normalmente anima queste commissioni d’inchiesta e dove, aspetto confortante per l’opposizione, non si va avanti a colpi di maggioranza”. Pari opportunità per tutte le coalizione: “Tante audizione chiederemo noi, altrettante le può richiedere in numero come minimo proporzionale la sinistra e gli altri partiti”. Sarà una scelta della sinistra, dunque, usufruire di tale possibilità o tirarsi ancora indietro, nel timore che qualcosa di pregiudizievole possa venire fuori.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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