A inizio 2024 la sinistra riuscì a raggiungere l’obiettivo di un richiamo fascista ogni due giorni. Una media francamente difficile da mantenere nel corso dell’anno. Ma a quanto pare l’arrivo delle festività natalizie, frammisto alla totale sconfitta di fronte all’approvazione di una manovra di bilancio che soddisfa gli italiani per il terzo anno consecutivo ad opera della destra, ha portato gli esponenti progressisti a trovare nuovi richiamami fascisti. Poco prima di Natale, si ebbe di nuovo la questione della dicitura “X-Mas” esposta in un comune del lodigiano, che secondo gli antifascisti in servizio permanente sarebbe un richiamo alla Decima Mas, piuttosto che un inglesismo tipico dei nostri giorni. Pochi giorni fa invece è tornata sulla bocca dei benpensanti la strage di Acca Larentia, con il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, che chiese ufficialmente di non svolgere l’annuale commemorazione che si svolge per onorare le tre vittime missine di quella tragedia. Una richiesta arrivata un tantino in anticipo, visto che i fatti risalgono al 7 gennaio del 1978.
Il caso della targa prontamente rimossa
E ora, ancora una volta, i progressisti sono tornati ad infierire sulla strage di Acca Larenzia, specie nelle ultime ore dato che sul luogo della tragedia è apparsa una targa commemorativa abusiva, prontamente rimossa dal Comune di Roma. Targa firmata “i camerati” e che recitava: “1958-1978. Stefano Recchioni. Chi si è sacrificato nei valori eterni della tradizione è esempio immortale nella rivoluzione”. Stefano è uno dei tre ragazzi, insieme a Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, che trovarono la morte quel 7 gennaio 1978. A insorgere per primo è stato il Pd, tramite il segretario del partito romano, Enzo Foschi: “È stata affissa abusivamente stanotte a via Evandro (50 m da Acca Larentia) l’ennesima provocazione fascista. Abbiamo chiesto al Comune di rimuoverla immediatamente. Chiediamo inoltre al ministro dell’Interno Piantedosi di vietare lo scempio dei saluti romani ad Acca Larentia”. L’appello di Foschi arriva fino al Nazareno, alla segreteria centrale del partito. A rispondere infatti è Sandro Ruotolo, da poco europarlamentare per il Pd: “La città di Roma non merita quelle grida sguaiate, quei saluti romani che il 7 gennaio ci diranno ancora una volta che questo governo strizza l’occhio ai nostalgici. Il Pd chiede al ministro Piantedosi di evitare il raduno di Acca Larentia e al governo di sciogliere le organizzazioni fasciste”. Ma i dati ci dicono l’opposto: prima di tutto perché la commemorazione di cui i progressisti parlano è quella che avviene la sera del 7 gennaio, organizzata dai movimenti neofascisti che nulla hanno a che fare con le celebrazioni istituzionali della mattina a cui spesso partecipano anche esponenti istituzionali del Comune di Roma e della Regione Lazio. I saluti romani, tra le altre cose, sono diminuiti nel corso del tempo e si sono sempre avuti fin dagli anni ’70, anche quando al governo c’era la sinistra, che non ha mai fatto nulla per impedire l’evento. Ora, stando alle parole di Ruotolo e degli esponenti del Pd in generale, la domanda sorge spontanea: se negli anni i governi di sinistra non hanno mai impedito alle organizzazioni neofasciste di fare i saluti romani ad Acca Larentia, vuol dire che anche loro “strizzavano l’occhio ai nostalgici”?
E alla fine arriva Pagliarulo, che cita il Giubileo come anno “di pace e di lotta per il disarmo”. Ma ad Acca Larentia, quel 7 gennaio 1978, gli unici armati erano gli estremisti di sinistra che uccisero Francesco, Stefano e Franco e i cui nomi, a quasi cinquant’anni di distanza, non sono stati ancora svelati.
Ormai ci sono state diverse sentenze che hanno stabilito che il “saluto romano” non costituisce reato se non rappresenta un pericolo per l’ordine pubblico e quindi queste polemiche pretestuose, in prossimità di una commemorazione importante, come quella di Acca Larentia, mi fanno vomitare. Piuttosto una domanda la vorrei fare io: perché ancora esiste l’Anpi a quasi ottant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale? Spero che qualcuno mi risponda. Buon anno a tutti.
Perchè anche loro possano convincersi che c’è ancora il fascismo. (ne hanno bisogno come il pane)