A Torino scoppia il caso Askatasuna: il noto centro sociale occupa dal 1996 un immobile di proprietà comunale che, all’epoca, era adibito a uso scolastico. Askatasuna non è un centro sociale qualsiasi: è uno dei più violenti d’Italia, protagonista, tra le altre cose, delle guerriglie in Val di Susa contro i cantieri dell’alta velocità. Le loro “lotte sociali” in realtà sono attacchi alla polizia, tanto che per la Cassazione ci sono i giusti presupposti per parlare di “lotta armata”, di “preordinata provocazione di contrasti con le forze dell’ordine”.
Il caso è scoppiato dopo che il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha deciso di “legalizzare”, di “istituzionalizzare” il centro sociale: la volontà dell’amministrazione dem – sì, guarda caso è proprio a guida PD – non è affatto quella di sgomberare l’edificio, ma quella invece di rendere il centro sociale un “bene pubblico”. Una débâcle assurda: il Comune, dunque lo Stato, incapace di imporsi e di ristabilire l’ordine e la legalità, si fa schiacciare dalle istanze di un centro sociale che ha perpetrato per anni violenze contro le forze dell’ordine. Si tratta di uno schiaffo morale non solo ai cittadini onesti, ma soprattutto ai membri delle forze armate che ogni giorno sono costretti a contrastare le violenze di tali facinorosi. Ma la loro risposta non si è fatta attendere: i sindacati di polizia si sono detti “basiti” definendo “scellerata” la proposta del sindaco dem, che pure ha tentato di aprirsi a una sorta di “confronto” per “illustrare il percorso che è stato definito”. In altre parole, “ascoltate il progetto che ho già deciso!”. “Un tema così importante andava discusso all’origine – spiegano i rappresentanti delle forze dell’ordine – Riteniamo inutile partecipare ad un incontro dove i sindacati di polizia sono relegati a umili spettatori di una decisione già presa”.
La vicinanza della sinistra al mondo dell’anarchia e dei centro sociali è cosa nota, non c’è da stupirsene. Ma c’è dell’altro: circolano sempre più notizie secondo le quali il progetto, su cui aleggiano ancora molte ombre, potrebbe conoscere un coinvolgimento diretto, a livello finanziario, del Comune di Torino. Si accrescerebbe così l’immoralità del progetto dem, ma tra i consiglieri di opposizione qualcuno preannuncia un esposto alla Corte dei Conti. La eco del provvedimento è arrivata fino in Parlamento: “E’ inaccettabile la violenza politica avallata dalle istituzioni” ha detto Augusta Montaruli, deputato di Fratelli d’Italia, chiedendo l’intervento del Ministero dell’Interno. “Fratelli d’Italia continuerà ad opporsi a questa delibera chiedendo un referendum cittadino per annullare questo provvedimento. Appare oggi evidente – ha dichiarato ancora Montaruli – quello che abbiamo sempre sospettato: nella sigla ‘Autonomia Contropotere’ sbandierata da questi finti ribelli non c’è mai stata alcuna autonomia. Sono sempre stati ‘con il potere’, quel potere che oggi consente questo scempio di delibera”. Dal canto suo, il ministro Piantedosi ha annunciato di aver chiesto già dei chiarimenti alla Prefettura di Torino, sottolineando come l’iniziativa “non possa e non debba costituire, in alcun modo, una sorta di legittimazione o addirittura di premio per l’operato di un centro sociale che si è distinto negli anni per l’esercizio della violenza”.
Anche se le mie idee sono diametralmente opposte a quelle delle persone che ci vivono e lo frequentano, oltre al fatto che forse le mie idee di destra potrebbero essere addirittura estreme anche per chi segue la destra istituzionale, vorrei fare una precisazione.
A Torino c’è una casa occupata dal 1987 da persone che facevano parte alcuni del movimento anarchico ma la maggior parte erano a quel tempo punk.
Tra i punk non vi era distinzione di idee politiche e addirittura vi erano alcuni di loro che simpatizzavano per il Terzo Reich e amavano l’iconografia nazista (nazista tedesca, in nessun modo fascista all’italiana, ndr).
Questa casa occupata si chiama El Paso e non è in nessun modo un centro sociale. Inoltre gli occupanti non hanno mai avuto simpatia per il Comunismo allora e per il Partito Democratico oggi.
Anzi negli anni 90, la giunta di sinistra del comune di Torino li voleva cacciare e un rappresentante di Forza Italia prese le loro difese.
Non includete in alcun modo El Paso tra i vari centri sociali di Torino che fanno le fusa col partito democratico.
Loro non hanno nulla a che spartire.
Ve lo garantisco io personalmente, che ero uno dei seguaci del Terzo Reich a quei tempi e in Germania da ragazzo ero stato ospite per 4 anni della famiglia di un ex Oberscharführer delle SS.
Per cortesia, prendete alla lettera le mie parole.
Grazie.
È la dimostrazione della debolezza e l’incapacità della Sinistra attuale e la sua Leadership di condurrere una Bataglia Politica corretta e dignitosa. È il vero e proprio smarrimento politico delle amministrazioni locali di guida “rossa” che da una parte decidono di cancellare simboli o gesti che ricordano e onorano chi è caduto per mano di terroristi, e dal altra parte solidarizzano, sostengono e istituzionalizzano centri che nulla hanno a che fare con essere “sociali” (poi se è vero che li sostengono anche “finanziariamente” sarebbe grave)
Una Sinistra che opera così, tutta presa a contrastare la fantomatica “deriva Totalitaria” non fa altro che essere la nostra “aleata” che contribuisce a la crescita del nostro Consenso Popolare e ci farà Governare a lungo. (Io mi auguro ancora una Ventina d’anni)
Alush Lluga
La solita vergogna della sinistra.Vorrebbero Sponsorizzare i centri sociali per i loro giochini di partito.Il PD non perde occasione alcuna per confermarsi come forza politica che va controcorrente aiutando questa gente che si è contraddistinta per gli attacchi alle forze dell’ordinr.Il governo non può assolutamente far passare le misure del sindaco di Torino in aiuta a questa gente.
Si cerchino pure una nuova sede dal momento che l’immobile è di proprietà del comune e va gestito in modo diverso, non certo assegnandolo permanentemente a Askatasuna.
Sinistra Totalitaria; la riconosci da come si manifesta.