“Dopo i depistaggi assecondati dalle autorità egiziane, le false testimonianze, l’infiltrazione di uno dei militari coinvolti nell’assassinio nelle indagini su Regeni, la diffusione di una falsa memoria difensiva degli accusati, la mancata consegna dei vestiti di Giulio per evitarne le analisi biologiche, la mancata consegna dei tabulati telefonici e tutte le altre omissioni compiute prima per evitare il dibattimento in aula, poi per manipolare la sentenza, finalmente inizia oggi il processo ai membri della National Security egiziana colpevoli dell’omicidio di Giulio.
Bene ha fatto la Presidenza del Consiglio dei Ministri a costituirsi parte civile, sebbene farlo solo oggi sia purtroppo un gesto un po’ tardivo.
Sapere la verità sui fatti accaduti, le vere dinamiche del decesso e decretare un giudizio rispetto a chi ha commesso questi reati è indispensabile per senso di giustizia verso la vittima e i suoi familiari, ma ancor di più per sancire il principio che a nessun cittadino italiano debba mai accadere qualcosa di simile.”
Lo scrive in una nota Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del Dipartimento tutela vittime di Fratelli d ‘Italia.