Per Amazon il futuro saranno i robot, ma senza perdere il lavoro umano

Per cominciare, tranquillizziamoci: Joe Quinlivan, capo dell’ufficio operativo principale della divisione robotica di Amazon, una delle grandi aziende mondiali che più ricorre all’uso dell’automazione, ha detto: “Gli umani sono così bravi nei compiti che devono svolgere che i robot sono ancora lontanissimi nell’uguagliarli”.

Verità o bugia? Diciamo una mezza verità. E’ infatti vero che oggi come oggi è impossibile che i robot sostituiscano completamente i dipendenti umani, ma è anche vero che ormai ci sono robot talmente evoluti che possono assolvere moltissimi compiti, in tempi ridotti, lavorando h24 e soprattutto non sapendo nemmeno cosa possa significare una vertenza sindacale al datore di lavoro.

Fare una visita in uno stabilimento Amazon è una esperienza che consigliamo a tutti e, bisogna ammetterlo, la società non si nasconde, anzi organizza visite guidate. In Italia ci sono due centri Amazon, a Castel San Giovanni e a Passo Corese. Se volete andare a vedere, potrete prenotare la vostra visita qui. Intanto noi vi descriviamo uno dei due più grandi centri al mondo, quello di Baltimora dove, per entrare, devi passare uno screening molto simile a quello degli aeroporti, quando ti imbarchi su un aereo. Poi, se sei un dipendente, devi lasciare praticamente tutto nel tuo armadietto, perché è vietato entrare nella zona lavoro con il cellulare, le chiavi o altri oggetti elettronici  metallici. Il tutto, ci dicono, per motivi di sicurezza che non andiamo troppo ad approfondire.

All’interno, la prima cosa che si nota nell’immenso ambiente sono i quattro piani di nastri trasportatori e il loro rombo continuo mentre le 14 miglia di binari spostano migliaia di cestelli metallici gialli che trasportano ogni genere di merce, dai prodotti di bellezza al materiale elettronico, da attrezzi di cucina a macchinari per meccanici, fino ai medicinali e perfino al cibo. Tutto in questi contenitori gialli perché giallo è il colore meno comune tra i milioni di oggetti venduti da Amazon, e quindi è più facile differenziarli dalla merce che contengono. Affianco ai nastri trasportatori con le merci, ci sono quelli che trasportano scatole di cartone di ogni dimensione, e tutto che si dirige verso innumerevoli scivoli mentre altre macchine stampano etichette postali e le posizionano sui cartoni in meno di un secondo. Le macchine si incrociano tra loro a grande velocità, mentre i dipendenti umani lavorano in una zona a parte, e se devono invadere il territorio dei robot indossano una speciale cintura che li segnala agli automi per evitare di essere travolti.

Il centro di Baltimora è il secondo per grandezza dei 175 centri di Amazon nel mondo. L’ambiente è talmente vasto che è impossibile distinguere un’estremità dall’altra. Oltre ai robot, ci lavorano dentro 3000 addetti umani, anche se in tempi non lunghissimi, il numero dei robot presenti supererà le maestranze. Del resto, Amazon non ha mai fatto mistero che i robot rappresentano il futuro, e infatti l’azienda che ha ridisegnato il modo di fare shopping nel mondo ha speso ben 775 milioni di dollari nella società di robotica Boston Kiva solo nel 2012, e attualmente 25 centri Amazon, tra cui quello di Manchester sono gestiti esclusivamente da robot. Amazon deve il suo successo ai robot e alla possibilità che grazie ad essi ha di poter accontentare i clienti con ogni genere di merce a prezzo contenuto spesso consegnata in poche ore.

E gli affari vanno fin troppo bene, visto che gli analisti prevedono ricavi nel terzo trimestre del 2018 di circa 57 miliardi di dollari, quasi un terzo di più dell’anno scorso. Il suo amministratore delegato, Jeff Bezos, è diventato l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato di 150miliardi di dollari. Non a caso, Amazon è guardata da tutto il mondo come emblematica nell’economia moderna sia per i vantaggi che offre che per gli svantaggi che inevitabilmente crea. Se infatti i clienti possono accedere a un immenso mercato mondiale con pochi click di mouse, le cose non sembrano essere altrettanto piacevoli per i dipendenti che ultimamente si sono molto lamentati per il lavoro duro, stressante e sottopagato.  Inoltre, questa rivoluzione dei robot che sempre di più coprono mansioni un tempo destinate ai lavoratori, mette in ansia sulla possibile perdita di milioni di posti di lavoro in pochi anni.

Amazon proprio questo mese ha cercato di tranquillizzare i critici, cominciando con l’annunciare un aumento di stipendio per tutti i lavoratori, che da un minimo di 10 dollari all’ora passeranno a 15 dollari, sebbene solo negli States, infatti negli altri paesi sembra proprio che l’aumento sarà decisamente più contenuto, per esempio nel Regno Unito si passerà dalle 8 alle 9,50 sterline all’ora. La società ha anche aggiunto che i progressi della robotica hanno reso i lavoratori così efficienti che l’aumento degli stipendi si ripagherà da solo. Anche perché non si tratta di una cifra di poco conto, visto che secondo gli analisti di Morgan Stanley gli aumenti di stipendio costeranno qualcosa come 3 miliardi di dollari.

Resta sempre il timore che i robot tra non troppo tempo possano rendere obsoleti i lavorati. Ma la dirigenza Amazon lo esclude. Si dicono infatti convinti che i robot che distruggono posti di lavoro siano solo un mito, non certo l’esperienza della loro società dove, sottolineano, la forza lavoro ha continuato a crescere da sempre in modo sostanziale indipendentemente dalle risorse destinate alla robotizzazione delle strutture. Saranno sempre necessari tecnici capaci di gestire i robot, e ci sono molte cose che i robot non sanno fare come identificare oggetti che si presentano in una gamma infinita di forme e dimensioni , cosa che richiede percezione e abilità tutta umana. Semplicemente, sostengono i dirigenti Amazon, i robot hanno solo il compito di rendere più facile e veloce il lavoro delle maestranze.

Chissà cosa direbbe in proposito Isaac Asimov che con i suoi robot ci ha fatto sognare. Saranno solo un bene per l’umanità, o dobbiamo temerli?

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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