Per un Nuovo Conservatorismo Latino.

Pubblichiamo la traduzione italiana di un testo di Juanma Badenas e Marco Gervasoni originariamente apparso su “El Espanol” del 18 marzo.

di Juanma Badenas e Marco Gervasoni


Gli avvenimenti degli ultimi decenni impongono di ripensare i fondamenti per  poter distinguere tra sinistra e destra. Mentre da più di 40 anni, la Sinistra è riuscita a ridefinire il proprio concetto ideologico (fino al punto di essere stata capace di trasformarlo in modo radicale), la Destra (o almeno una notevole parte di essa) sembra che continui a credere che i parametri politici, discorsivi e strategici del XX secolo siano ancora in vigore.

La caduta del muro di Berlino produsse una sorta di illusione nella destra. Lo smantellamento del cosiddetto “Blocco Orientale” generò la finzione che la vittoria finale era stata quella degli occidentali e che la Sinistra avrebbe dovuto accontentarsi della sua apparente sconfitta e “giocare” secondo le regole che, fino a quel momento, erano prevalse sul lato dei capitalisti. Che Bill Clinton vincesse le elezioni contro George H. W. Bush (padre) nel 1992, facendo uso della frase è l’economia, stupido” contro il suo avversario, e che Tony Blair, in Gran Bretagna, inventasse il Nuovo Laborismo -anche nell’ultimo decennio del XX secolo- hanno contribuito a cementare nelle menti di destra l’immagine in cui i loro avversari non potevano fare altro che arrendersi, per la via dei fatti (economici) , e che la sinistra europea e americana sarebbe diventata una sorta di destra sociale edulcorata. Il fatto che alcuni leader socialisti europei fossero riusciti a sradicare il marxismo dall’ideologia dei propri partiti -stabilendosi nella socialdemocrazia- contribuì anche ad aumentare “l’euforia” di quelli che si ritenevano i vincitori finali. Per alcuni, sembrava che fosse arrivata la fine della Storia.

Tuttavia, la realtà ci rivela che le regole del gioco politico che sono state in vigore nella seconda metà del XX secolo sono tutte saltate in aria. La distinzione tra sinistra e destra è rimasta priva di contenuto (e quindi sorpassata) e quella imperante ad oggi nel contesto ideologico occidentale è la differenziazione tra nazione e globalismo.

I punti esposti che seguono vorrebbero essere un’illustrazione dei postulati del pensiero conservatore in Italia, in Spagna e in altri paesi. In definitiva, si tratta di far sì che la Destra adatti le sue idee, la sua strategia e il suo discorso alla dialettica politica attuale, per far si che non rimanga ancorata a posizioni e riflessioni lontane dai cittadini.

. La nazione rimane l’ecosistema politico più adatto a far convivere le persone. La cittadinanza universale è un’utopia inefficace. Alla resa dei conti, a nessuno viene in mente di richiedere la pensione di anzianità, l’istruzione dei propri figli o l’assistenza sanitaria agli organismi internazionali. Quindi è importante mantenere il capitale sociale della nazione. Così è stato dimostrato durante la pandemia. Le frontiere sono uno strumento di sicurezza, ed è allo Stato (la nazione) che i cittadini ricorrono per la difesa della loro vita. Senza una nazione non esistono sovranità né stato di diritto né welfare. Come sottolinea Yoran Hazony, “l’unica comunità politica dotata di piena legittimità democratica è la nazione”.

2º. L’alternativa alla dottrina che contrappone diversi gruppi (le donne contro gli uomini, i cittadini contro gli stranieri, i neri contro i bianchi, gli omosessuali contro gli eterosessuali, ecc.) è l’ideologia delle persone: l’umanesimo razionale. I nuovi conservatori rivendichiamo, secondo i postulati di Edmund Burke, il legame tra le generazioni e ritengono che la tradizione sia un’entità viva, in grado di adeguarsi continuamente alla realtà mutevole. Il meglio di noi e il meglio che abbiamo non dipende soltanto di noi stessi. Dimenticare l’impegno da coloro che ci hanno preceduti è un atteggiamento presuntuoso e irreale e, di conseguenza, nuoce tutta la società.

. Il diritto nazionale costituisce un limite (certamente l’unico) al potere globale. La difesa dei più deboli richiede l’esistenza di una legislazione nazionale che li protegga, di tribunali che li difenda e che punisca e impedisca gli abusi dei più forti nei  suoi confronti. La proprietà è il primo dei diritti individuali, fino al punto di dover elevarlo alla categoria di diritto fondamentale. Senza tale diritto, non sono possibili gli altri. Tutte abbiamo bisogno di una dimora stabile per la nostra famiglia, così come un controllo minimo sui nostri beni quotidiani, per uno sviluppo della vita quotidiana in sicurezza. Il nuovo conservatorismo vede come un particolare e concreto pericolo  qualsiasi sviluppo verso qualche forma di “capitalismo socialista” o che implichi la consegna di tutto il potere economico alle grandi corporations globali.

. Contro una sinistra mistica e “ortodossa”, il nuovo conservatorismo difende la scienza oggettiva, la ragione e la verità dei fatti: illustrazione e razionalismo. Il progresso sociale richiede la difesa ad oltranza della libertà di espressione, di pensiero e accademica. Il mercato delle idee ha permesso alle nostre nazioni di raggiungere notevoli quote di sviluppo sociale ed economico. Per questo i nuovi conservatori sono contrari all’imposizione del pensiero unico. Lo Stato di Diritto, la divisione dei poteri e la presunzione di innocenza (reali) sono garanzie di una vera democrazia. I limiti, siano essi palesi o subdoli, implicano in ogni caso un’involuzione sociale e politica. La difesa della libertà individuale è fondamentale nei confronti dalla nuova realtà rivelatasi “a causa” della pandemia. Con il pretesto di combatterla, è apparsa una nuova forma di “governmentalità” che lede le libertà primarie.

– La classe media, sempre più impoverita, ha bisogno di essere difesa e sostenuta. Non può esistere una democrazia che meriti tale nome senza una classe media cosi robusta da evitare la polarizzazione tra gli enormemente ricchi e i troppo poveri. Il nuovo conservatorismo è favorevole alla delocalizzazione industriale, alla promozione delle pari opportunità e al controllo razionale e obiettivo dell’immigrazione. Il buon cittadino è quello in grado di ottenere, attraverso il suo ingegno e il suo lavoro, ciò che gli occorre per badare a se stesso e prendersi cura dei propri figli e, inoltre, essere in grado di generare una rimanenza che gli permette di risparmiare e di contribuire al bene comune attraverso imposte limitate, proporzionate e razionali.

Il conservatorismo latino propugna un’alleanza tra le nazioni dell’Europa latina, in merito alla stessa tradizione culturale e spazio geopolitico. Come scrive Seneca “Non lasciarti sopraffare da nulla di estraneo al tuo spirito, pensa, in mezzo agli incidenti della vita, che hai dentro di te una forza madre, forte e irriducibile”. La civiltà è la forza madre delle nazioni, all’origine di ogni progresso.

(Traduzione di Cecilia Herrero)


Juanma Badenas è docente ordinario di diritto civile presso l’UJI, saggista e membro della Accademie Royale del Belgio.

Marco Gervasoni è professore ordinario di storia contemporanea all’Università degli studi del Molise ed editorialista de “Il Giornale”


 

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