La riforma della giustizia è un’assoluta priorità per il Governo, che ha avuto il coraggio di mettere mano su interi sistemi che invece, in precedenza, nessuno è riuscito, o non ha neppure provato, a scardinare. E a chi invece ha tentato di farlo, non è stato visto di buon occhio. Su questo, e su tanto altro, si è soffermato il panel “La giustizia causa” – La riforma della giustizia: cosa cambia con il Governo Meloni” a “Prima le idee”, la convention di Fratelli d’Italia organizzata dal gruppo parlamentare alla Camera del partito, ad Andria. Neppure al Governo Meloni – sia chiaro – è stato riservato un trattamento positivo da certa magistratura, che invece ha visto nell’azione dell’esecutivo un attacco alla terzietà e all’imparzialità del giudice, quando invece la vera volontà è quella di rompere tutti i sistemi correntizi che rischiano di far marcire diritti fondamentale per i cittadini, che è quello alla giustizia, alla difesa e al giusto processo.
Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo del partito in commissione Giustizia alla Camera, ha espresso da remoto la “chiara volontà” del Governo di portare avanti tale riforma. Una riforma che, ha spiegato, “l’Italia attende da tanto tempo” e che “non è ideologica” come vorrebbe far credere la sinistra, “ma necessaria“, su più fronti: a tutela, in primis, dei cittadini, che più di tutti sentono pesare sulle loro spalle gli effetti della malagiustizia. Ma anche per i giudici, molti dei quali restano vittime delle correnti. C’è l’esigenza di restituire al giudice terzietà e imparzialità: ciò dimostra, secondo Varchi, che non si tratta di “un attacco” verso qualcuno, ma è solo la volontà di “rendere plastico ciò che il nostro ordinamento già prevede” fin dalle norme di rango costituzionale.
“La giustizia non è una clava contro gli avversari”
Ma si è parlato ancora di tanto altro. A partire dalle intercettazioni, che restano “importantissime” ma secondo Varchi “se n’è fatto spesso un abuso“, necessitando dunque di una regolamentazione più efficace. Ne ha parlato anche Giovanni Quarzo, capogruppo di Fratelli d’Italia Roma Capitale, che si è soffermato anche sulla riforma del traffico delle influenze. Con lui ha dialogato Carlo Foglieni, presidente nazionale Aiga, Associazione Italiana Giovani Nazionali, che ha espresso soddisfazione per obiettivi raggiunti dal Governo tramite la riforma, come l’allargamento della pianta organica dei giudici o la stabilizzazione dei giudici onorari, facendo notare tuttavia alcuni problemi ancora esistenti come la carenza di giudici di pace o una ancora troppo lenta digitalizzazione. Bisogna dunque proseguire su questa strada perché, come ha spiegato Varchi, “la giustizia non è una clava da poter utilizzare contro l’avversario“, ma un diritto di tutti per la tutela personale, che troppo spesso è mancata soprattutto nei casi di processi mediatici. Si tratta, insomma, di “tanti piccoli tasselli” verso il raggiungimento dell’obiettivo finale: “Una giustizia più equa e più efficiente, a misura di cittadino“.