Perché l’Italia ha deciso di finanziare nuovamente l’Unrwa?

Dopo l’incontro tra Tajani e Mohammed Mustafa, Presidente dell’ Autorità Nazionale palestinese, è stata annunciata la notizia del nuovo finanziamento ai fondi UNRWA, piano integrato dalle medesime Nazioni Unite.

A divulgare la notizia, proprio il Ministro degli esteri italiano, il quale ha dichiarato l’impegno della Penisola: circa 35 milioni verranno destinati al fondo ONU in questione. L’impegno italiano  riguarda la tutela dei civili di Gaza, ora in grave difficoltà dopo l’escalation che li ha visti protagonisti, durante il conflitto armato tra Israele e le milizie islamiche di Hamas. Tuttavia, Tajani ha poi spiegato che i controlli saranno rigorosi, affinché nessuna risorsa finisca nelle mani del terrorismo.

L’iniziativa “Food for Gaza” italiana, si svolgerà in collaborazione con le organizzazioni FAO, PAM e FICROSS: un impegno che il nostro Governo rinnova nei confronti di un popolo vittima ora di carestia e di malattie dovute alla guerra mediorientale. Ancora una volta, nonostante le critiche dei malpensanti della sinistra radicale italiana ed i collettivi universitari rossi, l’Esecutivo Meloni rinnova la propria attenzione verso temi sensibili come la dignità di un popolo , portando avanti una soluzione diplomatica rissumibile con le parole “2 Popoli, 2 Stati”. 

L’impegno dell’Italia nella regione araba, specialmente considerando i rapporti delicati tra Israele ed i paesi limitrofi, dimostra quanto sia importante ricostruire un efficiente apparato istituzionale come quello della Farnesina: un importante passo avanti per le nostre relazioni internazionali.

In particolare, il Premier Giorgia Meloni ha incontrato a sua volta Mustafa, la quale avrebbe informato – tramite Palazzo Chigi – sulla dedizione dell’Italia nella ricerca di un’accordo pacifico e sostenibile, tenendo a mente  l’importanza del rilascio degli ostaggi israeliani, agendo diligentemente per tutelare la popolazione palestinese in difficoltà.

I fatti di oggi, sono l’esempio lampante di come il nostro paese non vaghi più nella penombra a livello globali, piuttosto le nuove disposizioni fanno in modo che l’Italia sia in grado di sostenere autonomamente le sfide diplomatiche, senza dover assumere un atteggiamento remissivo oppure subordinato ad altri stati ed istituzioni. Negli anni precedenti, l’incapacità dei governi nella scelta delle decisioni adeguate per il nostro paese, ha lasciato campo libero ai nostri detrattori: un esempio lampante riguarda proprio la “Via della Seta” con la Cina, fortemente voluta da Luigi di Maio in accordo con il Movimento 5 Stelle. Quest’ultima decisione, in passato, non ha portato giovamento alla nostra economia, soprattutto nel caso degli export, rischiando di favorire una quantità spropositata di acquisizioni del Gigante asiatico sul nostro territorio.

La notizia odierna arriva in concomitanza con le nuove decisioni del Tribunale Penale Internazionale, con sede ad Aia in Olanda: il Procuratore Karim Khan ha chiesto un mandato arresto sia per il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ed il Leader di Hamas, Yahya Sinwar con l’accusa di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità. Evidentemente l’obiettivo del CPI è quello di livellare il campo di gioco, chiedendo estradizioni per processare anche le altre personalità coinvolte nel conflitto. Bisognerà però valutare se le azioni volute dal Giudice Khan riusciranno ad andare in porto oppure no.

Nel frattempo, il Governo Meloni ha senz’altro dimostrato di saper agire correttamente, forse anche a causa di quelle opposte fazioni parlamentari che continuano ad accusarla in ogni modo di trascinare il paese verso il baratro, mentre lo scenario è totalmente diverso. D’altronde non ci si può aspettare un’opposizione netta, reale o almeno costruttiva,  da parte di Alleanze e Partiti che di “Coerenza” non vogliono assolutamente sentir parlare.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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