“Ora è evidente quel che il governo ha sempre smentito: si è trattato di un rapimento politico che ha raggiunto il suo obiettivo, la sottomissione dell’Italia. È quanto avevamo sempre sostenuto nei nostri interventi in Aula e nelle nostre interrogazioni ma il ministro degli Esteri, invece, caparbiamente insisteva che avevano sbagliato i pescatori a inoltrarsi, a loro rischio, in quel mare conteso e che il sequestro non aveva nulla a che fare con la sua missione in Libia che si svolgeva proprio in quelle ore e che mirava a delegittimare Haftar. Il prezzo politico (altissimo) che l’Italia ha pagato per ottenere finalmente la liberazione, dopo 108 giorni, dei nostri pescatori, dimostra senza ombra di dubbio che il sequestro è stato effettuato solo al fine di costringere l’Italia a consacrare Haftar come unico interlocutore della Cirenaica conferendo a lui quel ruolo centrale nelle trattative di pace in corso, che ormai tutti gli negavano. L’Italia ne esce umiliata, relegata a comparsa laddove era sempre stata protagonista”.
È quanto rileva il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir, il quale chiede l’audizione del presidente del Consiglio, del ministro degli Esteri e del direttore dell’Aise al Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica “al fine di chiarire nelle sedi competenti quali siano state le modalità della liberazione”.