Indiscrezioni rimbalzano dal giornale spagnolo Abc: il Movimento 5 Stelle avrebbe beneficiato di 3,5 milioni di dollari donati dal regime comunista venezuelano a Casaleggio per foraggiare i futuri successi del suo partito.
Ad accompagnare queste affermazioni, la pubblicazione di un documento secretato dall’intelligence militare venezuelana. E mentre il console diplomatico venezuelano a Milano, Gian Carlo Di Martino, sostiene di aver fatto da intermediario nell’operazione, il Movimento 5 Stelle si appresta a smentire categoricamente, con Vito Crimi, attuale leader politico, che “riflette su eventuali azioni legali”.
Qualora si trattasse realmente di fake news, l’invito che ci si permette di rivolgere a Crimi è di non pensarci: è giustissimo adire le vie legali. Ma se è vero, come lo stesso afferma, che “dal 2016 si rincorrono queste voci”, risulta strano che non si sia provveduto a ricorrere alla legge da tempo. Sorge il dubbio, quindi, che non siano propriamente fake news e che la coperta sia corta.
Quanto denunciato, però, pone l’accento su alcuni dubbi.
Il primo: è forse per questa gentile concessione che il Movimento 5 Stelle è stato l’unico partito di governo occidentale a non esprimere mai una seria condanna nei confronti dei crimini perpetrati da Maduro? Ipotizzarlo è legittimo ed un preciso dovere di un giornalismo d’inchiesta serio.
Il secondo: è ancora ipotizzabile che in Italia si viva senza finanziamento pubblico diretto ai partiti, abolito dal governo Letta con L. 13/2014 ma già formalmente eliminato con il referendum 1993 voluto dai Radicali?
Finchè la principale modalità di finanziamento ai partiti resterà quella privata, eventualità del genere – sulle quali il Movimento 5 Stelle è avanguardia – sono all’ordine del giorno: non è un caso che sempre il movimento guidato da Casaleggio abbia inventato il “pay per click” e svariate dubbie modalità di finanziamento ottenute tramite elargizioni di non meglio precisati “benefattori” del web e della società civile.
E’ obbligatorio, a margine della vicenda, porsi una seria domanda. Perchè se non vogliamo una democrazia a sovranità limitata, è impensabile lasciarla solamente a chi riceve soldi in modo dubbio da enti e personalità dubbie.
E che non ci si illuda che questa vicenda passerà sotto traccia. Come si è assistito al proliferare di richieste di chiarezza sui “rubli della Lega” e sulle “donazioni a Fratelli d’Italia”, ora si pretende la stessa chiarezza da Di Maio e compagnia bella sui soldi ricevuti dal Venezuela.
Il documento presentato dal quotidiano ABC parla chiaro ed è firmato, controfirmato e bollato dalle massime autorità di Stato. Chavez e Maduro, inoltre, non sono nuovi ad elargire fondi agli alleati nel mondo, a discapito degli stessi venezuelani, sottoposti da anni a salassi sociali.
Infine, che è fosse il dato più preoccupante, qualora tutto ciò fosse vero e confermato, si rivelerebbe una ingerenza straniera nella politica nazionale.
Che si riferisca in Parlamento su questo argomento ignobile, senza passare per task force, commissioni, Stati Generali, tartine, tartare e sfarzi dell’ancien regime.