Pnrr, ottimismo sui cantieri e spesa in crescita secondo le stime

“Le importanti risorse che il Pnrr sta portando nelle casse dello Stato con il governo Meloni sono in buone mani. Nelle mani di chi ha ben chiara la straordinaria opportunità che il Piano rappresenta. Dette risorse – che daranno ossigeno a settori strategici quali, fra gli altri, giustizia e istruzione – sono un moltiplicatore di valore grazie anche e soprattutto alla determinazione, concretezza ed efficienza del ministro Raffaele Fitto. Il governo Meloni continua a lavorare, pancia a terra, con orgoglio per l’Italia e per gli italiani”. Festeggiò con queste parole Tommaso Foti l’ennesimo primato italiano in fatto di Pnrr: la nostra Nazione, a inizio agosto di quest’anno, ha ricevuto gli undici miliardi della quinta rata, per un ammontare complessivo di 113,5 miliardi di euro già ricevuti contro i 194 totali. L’Italia ha già a disposizione, insomma, ben più della metà delle risorse che le spettano. In più, l’Italia è anche la prima Nazione ad aver richiesto il pagamento della sesta rata, mentre continuano i lavori per le rate successive. Buono anche lo stato di avanzamento dei lavori: il ministro per gli Affari europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, spiegò che “in modo evidente” il nostro Paese si staglia come quello che “oggettivamente è più avanti. Come peraltro la Commissione europea ha indicato nel suo rapporto di febbraio sia come numero di obiettivi raggiunti sia come fase di attuazione dello stesso piano”.

20% di cantieri in più rispetto ai dati

C’è ovviamente da lavorare. La scadenza del 2026 non è lontana e alcuni progetti non hanno trovato ancora avvio. Tuttavia, buone notizie arrivano direttamente dall’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili. A parlare, come riportato questa mattina dal Corriere della Sera, è Piero Petrucco, vicepresidente dell’Ance, il quale ha spiegato che i progetti possono essere in uno stato più avanzato di quello che in realtà risulta dai dati ufficiali: “Circa il 20% dei cantieri del Pnrr che sono sicuramente aperti, con lavori in fase di esecuzione, non risulta come aggiudicato nelle banche dati ufficiali”. In pratica, alcuni progetti sono già partiti ma non fanno ancora parte dei dati aggiornati. Lo studio deriva dal lavoro di Banca d’Italia e Ance che hanno poggiato la loro tesi su un metodo diverso di recepire le informazioni: si basano, infatti, sul versamento di contributi da parte delle Casse edili, tramite le quali è possibile avere effettivamente contezza dei cantieri avviati tramite appunto i pagamenti versati.

Il Pnrr resta dunque una priorità per il Governo Meloni, anche alla luce di ciò che il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha riferito alla Camera nei giorni scorsi durante il question time: “Posso anticipare che nell’anno 2024 l’andamento della spesa” del Pnrr “ha mostrato una curva progressivamente crescente che, se sarà confermata come prevediamo, consentirà di raggiungere un livello di spesa superiore ai 20 miliardi, pienamente coerente con l’ultima stima di finanza pubblica”. Ma l’appello è per le amministrazioni pubbliche, le quali devono “concentrare tutti gli sforzi sulle opere e le iniziative del Pnrr entro il 2026, prima di altri tipi di investimenti e di altre spese in conto capitale, perché l’Italia ha la necessità che tutti i fondi vengano spesi”. C’è stata “la richiesta dell’Italia di prorogare il Pnrr e spero venga soddisfatta”.

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