“Abbiamo chiarito da tempo e con più comunicati la volontà del Governo di portare a compimento il Parco della Rinascita rimodulando la fonte di finanziamento. I ritardi del Comune di Bari che al 30 giugno non aveva ancora aggiudicato alcuna gara ed è ancora fermo al progetto di fattibilità non assicurava garanzie di completamento della progettazione esecutiva e definitiva e della realizzazione con relativo collaudo dell’opera entro il 30 giugno 2026, termine ultimo imposto dal Pnrr”. Lo dichiarano in una nota i senatori pugliesi di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo e Filippo Melchiorre. “Abbiamo spiegato che se l’opera non è realizzata e collaudata entro tale termine, l’Italia deve restituire le somme all’Unione europea”, proseguono. “La rimodulazione effettuata dal presidente Meloni e dal ministro Fitto – chiariscono i due senatori – ha voluto scongiurare che potessimo trovarci al 30 giugno 2026 di fronte a questa eventualità e ha voluto coprire la spesa con i fondi della Coesione le cui opere devono essere realizzate entro il 31 dicembre 2029”. Zullo e Melchiorre dunque aggiungono: “Noi riteniamo che la prudenza e la diligenza messa in campo dal Governo vada elogiata. Lo stesso non possiamo dire dei ritardi del Comune di Bari che ben conoscendo da tempo – anche prime del Pnrr – la necessità di procedere al Parco della Rinascita, al 30 giugno 2023 era ancora fermo al progetto di fattibilità”, concludono.