Pòlemos: Gioventù Nazionale lancia il suo grido d’amore dalle periferie della Nazione

Sabato scorso 12 Ottobre si è svolto a Nuoro Pòlemos, l’evento regionale del gruppo sardo di Gioventù nazionale, giunto alla quarta edizione. Il gruppo giovanile di Fratelli d’Italia ha avuto l’onore di ospitare anche una delegazione de La Voce del Patriota, con il direttore Ulderico De Laurentis ad animare il panel mattutino.

La storia della destra giovanile italiana è stata sempre caratterizzata da eventi ripetuti negli anni, nei quali l’aspetto comunitario si univa alla matrice più propriamente politica; dai campi Hobbit ad Atreju, da Fenix agli incontri regionali come Legio in Campania e Pòlemos in Sardegna il minimo comune denominatore è di creare un collante che sia duraturo, lontano dalle sterili passerelle e finzioni per approdare ad un incontro autentico fra militanti ed esperienze.

Le voci dei partecipanti

Il presidente regionale di Gioventù nazionale Emilio Serra spiega la nascita di questo evento descrivendolo come un momento di condivisione e confronto del movimento giovanile, incentrato su tre direttrici fondamentali: Militanza, Formazione e Comunità. Tre assi che continuano ad essere presenti in ogni edizione e nella vita quotidiana delle comunità militanti sarde, le quali, attendono con fermento questo evento, che ha assunto uno spirito itinerante e ha l’ambizione di approdare ogni anno in una provincia diversa, così da far sentire forte la nostra presenza in tutta la Sardegna. Il debutto si ha nel 2021 a Oristano, quando, stretti nella morsa del Covid, si decide di approfittare della pausa estiva  che consentiva l’organizzazione di questo evento. Fu un successo sin dalla prima edizione, con esponenti di caratura nazionale ed interessantissimi approfondimenti sui temi dell’attualità, in un’atmosfera goliardica e a tratti irriverente.  Serra afferma che sono state lanciate tante sfide dai microfoni di Pòlemos e tante altre aspettano di essere intraprese, ma che lo spirito che anima questo evento è destinato a durare nel tempo.

Il coordinatore cittadino di GN Nuoro afferma di essere molto fiero che l’evento approdi nella sua città, spesso dimenticata per ragioni storiche e di lontananza fisica. La sfida è quella di costruire un confronto metapolitico che trascini con sé anche gli appuntamenti elettorali, dia ad essi slancio e concime, cementando il doppio binario dell’amministrazione e quello della filosofia politica.

Per Walter Noli, coordinatore di GN Alghero, l’evento è un’ occasione ulteriore per la destra sarda di parlare dei temi giovanili, unendo a essi uno sguardo globale verso le prospettive per il futuro.

Secondo il coordinatore cittadino di Cagliari Renato Diana, il gruppo giovanile di FdI mette la sua impronta, la sua cifra politica in questi eventi che appaiono caratterizzati anche dalla formazione, essa non è però una sterile lectio magistralis, un accumulo di saperi accademico, è formazione esistenziale, nel confronto tra punti di vista e generazioni, soprattutto grazie all’apporto di ospiti che possono esprimere dei contenuti di spessore umano e politico.

Alessandro Cocco, giovane consigliere comunale di Alghero, parla di “maestri”, persone che danno sempre un apporto a questi eventi e non solo, creando un collante tra le generazioni che sia frutto di un sano confronto rispettoso ma schietto.

Per Nicola Piga, amministratore di un piccolo Comune e militante di GN, la parola chiave è azione, le testimonianze degli ospiti dell’evento sono un punto di partenenza per credere nelle idee, le idee che diventano azioni nel mondo.

Il consigliere regionale Corrado Meloni afferma che l’evento dimostra elementi di maturità del partito a livello regionale, poiché consolida una tradizione di confronto tra la classe dirigente adulta e i giovani del partito.

Secondo Salvatore Deidda, deputato e presidente della Commissione Trasporti alla Camera, occasioni come queste fanno sviluppare il senso critico dei ragazzi, la capacità di pensare sia alla quotidianità  dei problemi concreti, sia agli ideali a cui tendere.

I contenuti dell’evento

L’edizione di Pòlemos 2024 si è divisa in tre sezioni, nella prima parte c’è stato un panel in cui il tema del dibattito è stato la militanza, come stile di vita e momento esistenziale.

Nel tavolo si sono incontrate le storie politiche e umane di tre generazioni diverse che hanno evidenziato le caratteristiche di continuità e differenza, unite dal fil rouge di una storia che ha con sé elementi di amore per le radici e capacità di sognare il futuro.

L’intervento di Carmelo Porcu, già sottosegretario del Ministero del Lavoro nel I° governo Berlusconi, si è incentrato su una storia di un ragazzino della Barbagia degli anni sessanta che spicca il volo verso un futuro poco immaginabile dai confini dell’Impero. Carmelo non si farà scoraggiare e andrà a studiare all’Università di Sassari vivendo la condizione di studente di destra nei furiosi anni ’70, una vita accompagnata dal suo essere portatore di una disabilità motoria vissuta però in maniera autenticamente personale, con uno sguardo ai diritti dei disabili ma anche ai loro doveri, Mazzinianamente intesi come servizi verso la Nazione, la quale unisce la differenze individuali per creare una comunità di destino. La testimonianza di Carmelo Porcu è un esempio di politica vissuta in maniera totale: “La sinistra ai miei tempi si occupava di diritti dei disabili, è vero, ma mi resi presto conto che mancava in essi una cosa fondamentale: una visione spirituale della vita”.

La generazione del consigliere Corrado Meloni è grossomodo quella di molti dell’attuale classe dirigente del Parlamento, militanti di metà anni ’80 che si sono trovati a contestare un mondo in cui la violenza politica era stata lasciata alle spalle, grazie a Dio, ma che vivevano gli anni del riflusso, le promesse scintillanti di un mondo patinato che delineava progresso indefinito e superficialità, diritti senza prospettive, il tutto all’ombra della piaga crescente della droga anche in provincia e delle stragi al Sud della Mafia. “Mi ricordo i conflitti con la classe dirigente verso cui noi provavamo un grande rispetto ma con cui capivamo che c’era un grosso gap generazionale, penso a quando abbiamo occupato per giorni e giorni la sede del partito, è stato un momento di risate, dialettica ma anche di crescita”.

Il direttore della Voce del Patriota Ulderico de Laurentis è stato militante dalla metà degli anni ’90, un’epoca in cui il muro di Berlino era crollato ma nuove minacce stavano attanagliando il vecchio continente: la globalizzazione forzata che iniziava a minare le identità nazionali, il terrorismo islamico sempre vicino e il progressismo velocissimo che avanzava velocissimo; i suoi contemporanei che dovevano fare come Atreju, combattere contro il Nulla. Ulderico alla domanda su quale testo ritiene fondamentale per la sua vita risponde così: “Un libro che ha segnato la mia formazione politica è stato 1984 di Orwell, il romanzo distopico che è anche una feroce critica al Comunismo sovietico, oggi continua a parlarci di quello che è diventata la dittatura del politicamente corretto, la cultura woke e la negazione della Verità”.

La mattinata è proseguita con un confronto tra gli amministratori locali (parlamentari e consiglieri) e i ragazzi, dal pubblico i militanti di GN hanno fatto numerose domande su temi caldi come la politica estera, la transizione energetica e i criteri di formazione delle liste per le amministrative.

Nel pomeriggio i ragazzi hanno avuto un momento in cui sono stati protagonisti attraverso una assemblea plenaria del movimento giovanile.

Il rapporto tra il Partito e il movimento giovanile

La Destra italiana (nonostante la vulgata che vorrebbe i ragazzi sempre proiettati verso una politica progressista e mainstream), ha sempre espresso una fervido movimentismo giovanile e universitario dal quale sono emerse figure che poi sono diventate parte della classe dirigente. Questa è una storia infinita, che parte da lontano, quando una ragazza di ventinove anni diventava Ministro della Gioventù e insegnava all’Italia che si poteva partire dalle sezioni giovanili per poi diventare addirittura Primo Ministro. Oggi il movimento di GN è segnato da un rapporto di autonomia ma non indipendenza dal partito madre, si proietta come un incubatore propulsivo di idee e speranze, lontano dal giovanilismo che ha caratterizzato alcuni partiti negli ultimi anni, che hanno sostituito i contenuti alla bandiera anagrafica come se essa stessa fosse un merito. La storia della destra giovanile italiana, l’ esperienze di Pòlemos e degli altri eventi ci insegnano una cosa fondamentale: sarà Enea a fondare la città del futuro, a costruire il mondo nuovo, egli ci andrà però portandosi Anchise sulle spalle.

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