Polizia violenta e Polizia “violentata”: due pesi e due misure

Nell’arco di pochi giorni, abbiamo assistito a 2 episodi saliti alla ribalta nazionale: nel primo, in ordine cronologico, un poliziotto nel vicentino ha arrestato un giovane cubano utilizzando una sorta di presa da wrestling al collo; nel secondo, una guardia giurata è stata tenuta in ostaggio da un egiziano, all’interno del Duomo di Milano, con un coltello puntato alla gola e dei mediatori impegnati a dissuadere l’uomo dal fare un massacro.

Due episodi uniti da due comuni denominatori: atti di violenza e forze dell’ordine coinvolte. Nel primo caso, in veste di “carnefice”; nel secondo, in quella di vittima. Le virgolette sono d’obbligo per quanto si va a spiegare.

Nel primo caso, con le dinamiche ancora da appurare – al netto della convalida dell’arresto del giovane cubano – si è alzato un polverone mediatico, definendo il tutore dell’ordine, nell’esercizio della sua funzione, un carnefice, un assassino: sono stati fatti – a sproposito – paragoni con quanto accaduto in America in merito all’assassinio di George Floyd. Naturalmente, e non poteva essere diversamente, da giornali schierati a sinistra.

Nel secondo caso, un reato a tutti gli effetti, con un tentativo di omicidio dettato da non si sa quali motivi, la notizia è stata riportata con la giusta attenzione da pochi giornali e, addirittura, si è arrivati alla minimizzazione dell’accaduto da parte di Anna Scavuzzo, vicesindaco dem di Milano, che ha commentato con un laconico “Bisogna comprendere per quali ragioni il ragazzo ha compiuto il gesto…e il suo stato di salute”.

Prosegue, in questo clima assurdo, quella polarizzazione intorno alle forze dell’ordine, per alcune ritenute santi a prescindere, per altri ritenute da condannare perché son sempre “il braccio violento della legge”.

Una persona, però, dotata di senno, riesce a porre una discriminazione tra le due fattispecie: nella prima si è assistito ad un arresto, nel secondo ad un reato. Stop.
Diranno: le modalità dell’arresto sono state violente? Come annunciato dalla Questura, la dinamica sarà accertata in sede di ricostruzione, ma è quantomeno sciocco cercare una colpevolizzazione dell’agente sulla base dell’elemento razziale.

Per tacere del paragone con George Floyd: chi ha anche solo provato a proporlo deve essere tacciato di malizia e pretestuosità.
Non dicono, però, che nel secondo dei casi esposti si è avuto un atto di inaudita violenta, che poteva finire in tragedia se non fosse stato per la bravura dei poliziotti e mediatori intervenuti per far desistere l’assalitore. Se non fosse stato per loro, sicuramente staremmo parlando di un omicidio e di un funerale, non di una situazione delicatissima conclusasi senza vittime.

Siamo schiavi di un retaggio culturale sessantottino che identifica chi indossa la divisa a priori come il male della società anziché come una barriera da molti mali. Pochi riescono a vedere la realtà per ciò che è: cioè – come in ogni settore della società – che vi sono moltissime persone che onorano quotidianamente il proprio mestiere, che non ricevono encomi, e alcuni che – male operando – danneggiano la quasi totalità.

Provate, però, ad immaginare un mondo senza tutori della legge: non sarebbe di sicuro il paradiso sognato da anarchici figli di papà o da paviolini vadical chic con i conti a sei cifve, bensì un far west in cui loro, senza timore di smentita, sarebbero le prime vittime.

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Nello Simonelli
Nello Simonelli
Nello Simonelli nasce ad Avezzano (AQ) il 26 novembre 1988. Sin da bambino interessato a tutto ciò che verte intorno al mondo del giornalismo e della scrittura, si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Teramo nel 2014, per poi dedicarsi ad attività che spaziano dal teatro alla dirigenza sportiva, dedicandosi ad ulteriori studi nel ramo del marketing e della comunicazione oltre che del diritto sportivo. Lavora presso lo Studio Legale Simonelli di Avezzano, è responsabile del circolo cittadino di Nazione Futura, scrive per diverse testate locali, nella Marsica ed in Abruzzo, e di approfondimento politico e sociale.

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