L’Italia che governeremo per i prossimi trent’anni sarà una Italia fondata sulle autonomie.
È questo uno dei passaggi chiave del discorso che Salvini ha tenuto oggi al raduno nazionale di Pontida. Certo c’è stato lo sciorinare del consueto pacchetto da campagna elettorale permanente del leader leghista (stop alle ONG, via la Fornero, giù le tasse e così via), ma vale la pena approfondire quegli aspetti del comizio che non risaltano ad occhi non allenati, per provare a capire dove inizia la Lega Sovranista, ma soprattutto dove questa finisce per veder riemergere la tendenza se non più apertamente secessionista, sicuramente ancora legata all’autonomia federalista.
Basti pensare che nel pantheon di questa nuova lega Salvini cita più volte una figura che non è assolutamente nuova per l’ex partito per l’indipendenza della “padania”, quel Gianfranco Miglio, ispiratore di Umberto Bossi, che teorizzò la divisione dell’Italia in tre staterelli denominadoli appunto Padania (Nord), Etruria (Centro) e Mediterranea (Sud); concetto ripreso nel 2014 proprio da quel Beppe Grillo fondatore del Movimento 5 Stelle con cui oggi è al governo il “capitano“. Chi lo avrebbe mai detto?
E così Miglio viene citato anche in relazione al centenario della fine della I Guerra Mondiale, “combattuta per difendere i nostri confini”, che risulta essere anche il centenario della nascita del filosofo ispiratore della Lega, ma soprattutto Salvini gli promette che i sogni suoi e di altri federalisti e autonomisti con la Lega al Governo stanno per avverarsi. E in una pausa del discorso coglie anche l’occasione per salutare con favore lo sventolare sul pratone di Pontida di una bandiera indipendentista della Catalogna.
Non usa la parola Patria, Salvini, pur manifestando simpatia per la presenza di un (uno!!!) tricolore, tantomeno fa un accenno alla necessità di introdurre il Presidenzialismo, unica vera garanzia costituzionale per un’Italia in cui si voglia dare maggiore potere alle autonomie locali.
Altra assenza che pesa nel discorso è l’uscita dall’Eurozona, nonostante il colorito passaggio sull’abbattere il “muro di Bruxelles” dopo il muro di Berlino, per ridare – non si capisce come a questo punto – ai popoli europei il diritto al lavoro, alla famiglia, alla vita, alla sicurezza. Nessun cenno dunque alla storica battaglia per il No Euro, oramai archiviata probabilmente per poter formare il Governo con il benestare di Mattarella e dei poteri UE che dice di voler abbattere.
Oggi quello che il Ministro dell’Interno non ha detto conta molto di più di quello che ha dichiarato, perchè a prescindere dai sondaggi che possono essere indicativi di una tendenza, ma passeggeri, gli spazi vuoti lasciati da questa Lega in campagna elettorale permanente possono essere riempiti solo dalla Destra Patriottica.
Una destra che deve intestarsi le battaglie che richiedono maggior coraggio, abbandonate da chi si ritrova stretti i lacci di governo a polsi e caviglie, ma soprattutto costruire e proporre una visione di Italia all’insegna dell’Unità Nazionale, senza sentirsi secondi o terzi a nessuno.
L’Appello ai Patrioti va rilanciato ora e allargato a tutti coloro che sono alternativi alla sinistra classica, ma soprattutto a quella grillina. È giunto il tempo.