Chissà se tra le pieghe di quei bilanci già critici della Banca Popolare di Bari non abbia inciso anche quel prestito milionario concesso alla Leggiero Real Estate, la società immobiliare fondata dall’imprenditore Salvatore Leggiero?
Spulciando in rete infatti, da un articolo pubblicato da Milano Finanza scopro che, nell’aprile del 2018, Leggiero Re si compra per 50 milioni di euro l’ex sede AgCom davanti alla fontana di Trevi, con un’operazione supportata da Banca Popolare di Bari, grazie a un mutuo con un rapporto loan-to-value del 75%.
Cercando maggiori informazioni su questo imprenditore scopro che Leggiero muove i primi passi in Publitalia, guidata da Marcello Dell’Utri con cui crea un profondo legame professionale e personale. Da qui esce nel 1994, quando improvvisamente scopre e si dedica al settore immobiliare. In rete troviamo un vecchio articolo del Fatto Quotidiano in cui viene definito “l’acchiappatutto” dei palazzi di pregio nel centro di Firenze. Palazzi nobiliari, residenze storiche, alberghi di lusso, ristoranti unici. Tutti prestigiosi.
Un patrimonio difficilmente quantificabile, creato dal nulla in poco più di cinque anni.
Sempre in un articolo del Fatto Quotidiano uscito il 14 maggio 2015 leggiamo che nei tabulati telefonici allegati nell’inchiesta per mafia della Procura di Palermo avviata nel 1996 a carico di Dell’Utri si trovano diverse telefonate tra i due. I rapporti non si sono mai allentati tanto che nel 2014, a seguito della condanna definitiva del cofondatore di Forza Italia a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, Leggiero ha partecipato alla pubblicazione sul Corriere della Sera della pagina in sostegno dell’ex senatore organizzata da Miranda Ratti, moglie di Dell’Utri.
Ma torniamo alla Banca Popolare di Bari.
Da fonti aperte dunque appare che nell’aprile del 2018, Leggiero Re si compra per 50 milioni di euro l’ex sede AgCom davanti alla fontana di Trevi, in stile Art Noveau, a pochi passi dalla fontana di Trevi, che ospitava gli uffici dell’AgCom. ma quello che mi preme evidenziare è che l’acquisto è stato supportato da Banca Popolare di Bari, grazie a un mutuo con un rapporto loan-to-value del 75%, ed era previsto un ulteriore investimento da 15 milioni di euro per trasformare l’immobile in un luxury hotel da 67 camere.
A quanto pare tutto questo accadeva nel 2018, quando i bilanci della banca si aggravavano sempre di più, ed il valore di quelle azioni vendute subdolamente ai correntisti scendeva in picchiata.
Probabilmente tutto ciò sarà già al vaglio della procura. Chissà se poi quel prestito milionario, concesso in un momento di cattiva salute della banca sarebbe poi rientrato?