Premierato, il giurista Zazza: le castronerie di Conte e Schlein non meritano risposta. Riforma è democrazia diretta.

L'avvocato Roberto Zazza, giurista, membro del Cnel, responsabie del dipartimento riforme istituzionali di Fratelli d'Italia, risponde ad alcune nostre domande relative alle critiche piovute sulla riforma del premierato presentata dal governo guidato da Giorgia Meloni.

Il Presidente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, (a titolo personale) ha dichiarato che nel testo della riforma c’è uno sbilanciamento e uno squilibrio a favore del potere esecutivo e non è ciò di cui ha bisogno oggi il nostro Paese

Il dr. Santalucia a titolo personale è una foglia di fico – ha violato il principio di terzietà che obbliga il Magistrato proprio in relazione al suo status privilegiato una misura maggiore ad ogni altro funzionario dello stato. Il giudice, in quanto soggetto alla legge che deve applicare non può né deve esprimere in pubblico alcun giudizio de jure condendo; questo spesso è o può essere percepito come un pregiudizio.

La tesi di Santalucia è la seguente: Il premierato, congeniato in questo modo, indebolisce il ruolo del presidente della Repubblica che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura, organo di garanzia per l’indipendenza della magistratura che, indirettamente, con questa riforma viene indebolito

La tesi o dice poco o dice troppo. Dice poco perché il CSM non viene mutato nella sua composizione e procedura di elezione; restando il Presidente della Repubblica come da Costituzione il vertice formale degli Enti apicali; quali anche il Consiglio di Difesa, nel quale non si presenta in divisa e con l’elmetto.

Anche alcuni esponenti della società civile, politologi e giornalisti attaccano la riforma sul piano dell’impatto sulla democrazia. Ad esempio Lucio Caracciolo, in studio dalla Gruber, ha detto che la riforma del Premierato del Governo Meloni renderà inutile il Parlamento: “Se noi eleggiamo un primo ministro non serve eleggere un parlamento e un presidente della Repubblica” visto che poi “tutti i poteri sono suoi”. “Non si capisce cosa c’entri con la democrazia diretta” ha aggiunto.

La tesi di Caracciolo denota un approccio superficiale a quella forma di governo. In premessa dovrebbe però chiarire a quale costituzione italiana si riferisca; se a quella del 1948 o quella materiale (cfr Mortati) del 2023. Sotto questo profilo il premierato sarebbe il ripristino della legittimità costituzionale riconducendo il Presidente della Repubblica alla sua originaria funzione di garante. Quanto ai poteri, questi sono in realtà della maggioranza parlamentare, nell’ambito delle quali infatti va nominato il Premier e dovrà essere rinominato in caso di sfiducia il nuovo Premier salvo indire nuove elezioni “No inciucio today!”. Questa è democrazia diretta in quanto riduce nel contempo al minimo e al massimo la disintermediazione dei partiti. Il partito del Premier non il Premier è l’organo istituzionale.

La segretaria del PD, Schlein, si sbilancia addirittura a dire che è proprio l’elezione diretta a mettere a soqquadro l’equilibrio democratico; mentre Conte, leader M5S pone l’accento sul fatto che questo tipo di premierato non esiste in nessun’altra Nazione. Forse le opposizioni non considerano i cittadini all’altezza di scegliere direttamente chi li governa e l’Italia abbastanza matura e responsabile da poter presentare un proprio modello. Da giurista pensa che queste tesi possano reggere?

Riesce difficile rispondere a evidenti castronerie dette a mero scopo di propaganda politica – nulla che possa meritare una risposta in punto di diritto. Sorprende in questo la tesi di Conte, stante la sua intima amicizia con il maestro Prof. Alpa, a me noto ai tempi della sua presidenza del CNF e della mia direzione dell’Ufficio studi dell’OUA.

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Ulderico de Laurentiis
Ulderico de Laurentiishttp://www.uldericodelaurentiis.it
Direttore Responsabile de "La Voce del Patriota".

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