“Questa settimana è stata la volta anche di Sesto San Giovanni. Non bastavano, infatti, le proteste avvenute già durante le celebrazioni per Sergio Ramelli e Enrico Pedenovi alla fine dello scorso mese a Cassano d’Adda, Novate Milanese e Cinisello Balsamo, ora con un fare tutto ‘originale’ è stato preso di mira più volte il monumento dedicato a Sergio ed Enrico a Sesto, con escrementi e frasi offensive e minacciose. Stiamo parlando dei soliti compagni codardi e disgustosi. Sinceramente non capisco tutto questo accanimento nei confronti, soprattutto, di un povero ragazzo del Fronte della Gioventù che nel 1975 morì in seguito ad alcune sprangate da parte di alcuni membri di Avanguardia operaia per il solo fatto di aver scritto un tema sulle Brigate Rosse. Mi auguro che, al più presto, come con Cassano d’Adda le Forze dell’Ordine rintraccino e identifichino i responsabili di questo altro grave oltraggio alla memoria di Sergio ed Enrico, peraltro in un monumento dedicato alla città quindi, le spese per il ripristino, sono a carico dei cittadini sestesi. Ancora una volta sottolineo, purtroppo, che il clima d’odio degli anni ’70-‘80, che noi della Destra tanto speravamo e auspicavamo fosse finito, è ancora in corso e non è cessato. Dopo 50 anni, ci sono ancora nostalgici delle chiavi inglesi e arnesi vari della Sinistra ma, ancor più grave, c’è ancora oggi chi è dalla parte degli assassini. Questi ultimi, in particolare a Milano, hanno dimostrato di essere ancora pro-odio e pro-violenza durante il corteo dello scorso 1 maggio quando hanno esposto un cartellone sul pavimento di piazzale Loreto raffigurando la chiave inglese (Hazet 36)”.
Così il deputato di Fratelli d’Italia, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed ex vice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanesi, Riccardo De Corato.