Rampelli: siamo ai metodi delle cosche. Solidarietà ad Arianna, si rassegnino a combatterci sul piano delle idee

“Mai come ora tornano alla mente le parole di Luca Palamara, magistrato gran cerimoniere nella seconda Repubblica, il quale asseriva che una Procura orientata, un paio di giornalisti complici e un gruppo politico che fa da sponda valgono più di interi governi e Parlamenti. Soprattutto con un centrodestra in continua crescita e una sinistra impresentabile che rincula vistosamente “l’aiutino” delle toghe rosse gli sarebbe molto gradito.

Nel caso descritto da Sallusti però ci sarebbe l’aggravante: non potendo colpire il Capo del Governo qualche procura inferirebbe sulla sorella, metodo più o meno in voga tra le cosche quando, impossibilitati a colpire i boss, i clan rivali fanno rappresaglie sui “famigli”. Orrore. Peccato non mettere in conto, errore imperdonabile, che Arianna Meloni siamo tutti noi, una storia di semplicità e impegno limpidi che difenderemo con decisione. A proseguire la metafora mafiosa la risposta per noi è facile ed è una controffensiva: “dovete ammazzarci tutti”, perché siamo scesi in campo per amore e non per interesse, siamo allenati a essere messi all’angolo e siamo esperti nel saperne uscire vittoriosi. Chi vuole conservare rendite di posizione che hanno nei decenni messo in ginocchio l’Italia, chi intende sobillare strumentalmente ieri gli studenti oggi i detenuti, si arrenda all’idea di doverci affrontare solo sul piano delle idee e della loro efficacia e lasci stare Arianna e qualunque altra leva giudiziaria si volesse manovrare.

La tempesta mediatica su di lei, tese a descriverla come una zarina in grado di fare e disfare equilibri politici e suggerire nomine, è frutto di una lettura rimasta agli anni ’90. Quando cioè gli apparati del Partito comunista come una metastasi occupavano tutti i gangli dello Stato forti della tacita spartizione del potere con la Dc. La militanza antica di Arianna nasce proprio per sconfiggere quel sistema, per questo le giunga la mia solidarietà più sincera”.

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli.

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