Storia ripresa da una segnalazione
Supponiamo che abbiate una piccola azienda a conduzione familiare e lo Stato vi faccia un’indagine penale per frode fiscale, sequestrandovi beni per 400.000 euro.
Supponiamo anche che voi vi difendiate fin da subito con una precisa linea difensiva che dimostri che non avete commesso alcun reato.
Ipotizziamo ancora che, nonostante questo, vi rinviino a giudizio (perché ovviamente, chi fa le indagini ha sempre ragione). Supponiamo inoltre che voi, dopo un anno e mezzo in cui avete tutti i beni bloccati e rischiate il fallimento troviate un giudice che, finalmente, stabilisce che quello che per un anno e mezzo avete sostenuto sia vero e quindi vi assolve.
Correttamente questo giudice a quel punto disporrà anche l’immediato dissequestro dei denari che da un anno e mezzo vi vengono ingiustamente trattenuti. In un paese normale basterebbe l’esibizione del provvedimento del giudice per ottenerli dall’ente cui i vostri beni sono stati affidati. In uno stato normale. In Italia no: dovete fare anche quanto indicato qui sotto. E non dipende solo da voi ma anche dalle cancellerie (che magari sono oberate) e quindi voi, prima di rientrare in possesso di quanto vi spetterebbe… aspettate, aspettate e aspettate. E magari la vostra azienda fallisce.
Non è la trama di un libro di Kafka, ma quello che può davvero succedervi in questo Paese.