I radical-chic di tutta Italia stavano cercando di riprendersi dal Ferragosto appena concluso, sia stato esso a base di carne con una grigliata in montagna o a base di pesce in un bel ristorante vista mare, quando una notizia ha fatto capolino sui quotidiani e ha rovinato quella loro atmosfera di festa. Tutta colpa di Bankitalia che ha rilasciato uno studio che non lascia scampo ad altre interpretazioni e che pesa come un macigno sullo stomaco dei progressisti, ancora ricolmo di prelibatezze estive. I dati forniti ieri da Bankitalia parlano chiaro: le entrate tributarie quest’anno in Italia sono da record.
17 miliardi in più sul 2023
Secondo l’autorevole istituto, infatti, “a giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 42 miliardi: in aumento del 9,9 per cento (3,8 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023”. È dunque un aumento netto rispetto allo scorso anno, che si registra anche in riferimento ai primi sei mesi del 2024: si legge infatti nel report di Bankitalia che “nel primo semestre del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 248,8 miliardi, in aumento del 7,5 per cento (17,5 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”. Risultato chiaramente ottenuto dal Governo Meloni, che va ad aggiungersi e ad accompagnare altri fondamentali traguardi, come il Pil che, a metà anno, ha già quasi raggiunto l’obiettivo dell’1% previsto nel Def, e come il record dell’occupazione con il contestuale calo, anche questo record, della disoccupazione abbondantemente sotto il 7%. Un risultato, quello sancito da Bankitalia, che ci dice fondamentalmente due cose: la prima è che la riforma fiscale voluta da Giorgia Meloni funziona, con la netta riduzione delle tasse per i redditi più bassi, il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote Irpef che si avviano verso la terza riconferma consecutiva in legge di Bilancio e – perché no? – un loro allargamento verso il ceto medio, anima produttiva della Nazione i cui membri, però, non possono essere certamente considerati come dei paperoni. Vedremo quanta libertà di manovra lasceranno le nuove clausole del Patto di Stabilità. Inoltre, l’aumento delle entrate tributarie è anche un segnale di fiducia dei cittadini verso il governo: gli italiani, infatti, hanno compreso che vale la pena investire nella nostra Nazione, che i soldi delle tasse non andranno sprecati – percezione comune di quando a Palazzo Chigi c’era la sinistra –, che finiranno in buone mani. Rientrando, il tutto, nella grande strategia predisposta dall’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia del “fisco amico”, con una visione tutta nuova del contribuente, che ha già fruttato altri primati, come quello del recupero record dall’evasione, che nel 2023 si è registrato in aumento di 4,5 miliardi di euro e valendone complessivamente quasi 30. Più o meno quanto una finanziaria: iniezione di fiducia verso l’esecutivo.
Evaporano le polemiche della sinistra
E se la sinistra tace sull’ennesima notizia che fa invece sorridere la maggioranza (malgrado sia una buona notizia per l’intera Nazione), da Fratelli d’Italia arrivano dei messaggi positivi. Inizia Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Aumentano le entrate tributarie, crolla l’evasione fiscale ed evaporano le sterili polemiche della sinistra. Il caldo sole di agosto aiuta a illuminare numeri e dati incontrovertibili forniti da Bankitalia”, ha detto il deputato, aggiungendo che “uno Stato finalmente amico e alleato dei contribuenti, grazie alle riforme del governo Meloni che hanno semplificato efficacemente il Fisco, riesce a ottenere risultati positivi, neanche lontanamente immaginabili fino a pochi anni fa, quando governavano forze politiche di sinistre opprimenti e vessatrici, lontane da cittadini e imprenditori”. Sulla stessa scia c’è anche Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile del programma del partito: per lui si tratta di “numeri da record, che demoliscono ancora una volta la narrazione della sinistra: la cura Meloni – ha detto – sta funzionando alla grande, archiviate le stagioni degli sprechi, delle marchette elettorali e dell’oppressione fiscale, l’Italia ha ripreso a lavorare, a produrre e a crescere. Alle bugie, alle polemiche ideologiche e alle fake news – ha concluso Filini – rispondiamo ancora una volta con i fatti”.