Il mercato globale della cocaina ha raggiunto nel 2023 livelli senza precedenti. Produzione, traffico e consumo si sono espansi a ritmo accelerato, secondo il rapporto annuale pubblicato a fine giugno dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC). Le cifre parlano da sole: 3.708 tonnellate prodotte, un aumento del 34 per cento rispetto al 2022, e oltre quattro volte in più rispetto a dieci anni fa.
La cocaina è sempre più una droga associata allo status sociale. Le élite occidentali l’hanno adottata come simbolo di potere e benessere, mentre le organizzazioni criminali ne approfittano per ampliare reti e rotte internazionali. Anche il consumo ha registrato un’impennata: 25 milioni di persone nel mondo hanno fatto uso di cocaina nel 2023, contro i 17 milioni del 2013.
L’espansione delle piantagioni in Colombia, unita al miglioramento delle tecniche di coltivazione, ha reso la produzione più efficiente. Intanto, le confische globali sono salite a 2.275 tonnellate, il 68 per cento in più rispetto al 2019. Ma gli esperti avvertono: il traffico si adatta, si frammenta e diventa più violento.
L’Europa è uno snodo chiave del mercato
L’Europa occidentale è oggi uno dei mercati più importanti al mondo. Secondo i dati più recenti dell’Agenzia europea sulle droghe, nel 2023 sono state sequestrate 419 tonnellate di cocaina nell’Unione Europea. I principali punti di ingresso sono Belgio, Paesi Bassi e Spagna.
Quasi 4 milioni di adulti europei hanno fatto uso di cocaina nell’ultimo anno, e tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni la percentuale arriva al 2,7 per cento. Inoltre, è la droga più spesso rilevata nei ricoveri d’emergenza acuta per uso di sostanze, ed è stata coinvolta in oltre mille decessi in un solo anno.
La situazione in Italia
In Italia, l’emergenza cocaina è tangibile. Un rapporto governativo ha rilevato che circa il 39 per cento degli adolescenti tra i 15 e i 19 anni ha provato droghe illegali, e circa 54.000 giovani hanno usato cocaina nel corso del 2023. Le forze dell’ordine hanno sequestrato quasi 89 tonnellate di sostanze illegali, con un aumento del 17 per cento rispetto all’anno precedente.
Due sequestri record nel 2023 confermano l’Italia come punto nevralgico del traffico europeo: 5,3 tonnellate in luglio e quasi 2 tonnellate in aprile al largo della Sicilia. Il porto di Gioia Tauro resta una delle principali porte d’accesso della cocaina sudamericana, gestito in gran parte dalla ’Ndrangheta, che controlla circa l’80 per cento del transito di cocaina destinata all’Europa.
Conclusione
Il mito della “cocaina dei ricchi” si scontra con una realtà brutale: è una sostanza che moltiplica i profitti della criminalità organizzata, danneggia la salute pubblica e colpisce in modo crescente le nuove generazioni. Italia ed Europa si trovano oggi di fronte a un mercato che non conosce crisi e che continua ad espandersi, mentre le risposte istituzionali restano frammentate.
Servono misure efficaci, coordinate a livello internazionale, che affianchino la repressione al recupero e alla prevenzione. Perché a pagare il prezzo più alto non sono le élite che la usano per vanità, ma le famiglie, le comunità e le vittime invisibili di una dipendenza che si fa sistema.