Reddito di cittadinanza. Lo scandalo ANPAL.

Il nostro pensiero sul Reddito di Cittadinanza era ed è chiaro: siamo assolutamente contrari.

Sicuramente tutti quelli che non possono lavorare – anziani, disabili, bambini – devono ricevere tutto l’aiuto possibile per vivere dignitosamente. Invece, chi è in grado di lavorare deve essere messo nelle condizioni di farlo aiutando le imprese ad assumere con sgravi e, anche, tramite investimenti pubblici. Vuol dire, in poche parole, creare posti di lavoro. L’assistenzialismo senza prospettive vuol dire solo sprecare soldi e opportunità.

Ma vi ricordate cosa ci avevano promesso oltre a “il reddito di cittadinanza servirà ad abolire la povertà” – ora, vista la situazione di pandemia, non approfondiamo la falsità dell’affermazione -? Che il Reddito di cittadinanza avrebbe creato centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il padre del RDC, Pasquale Tridico ora Presidente dell’INPS, oggi dice che il Reddito non serve per trovare lavoro ma un anno fa diceva esattamente il contrario.

E come avrebbe fatto a farlo? Attraverso i mitici Navigator.

Quelle figure a metà tra i santi laici e i miracolati. Disoccupati super preparati che avrebbero dovuto aiutare i percettori del Reddito in grado di lavorare a trovare un’occupazione.

Ovviamente, visto che il loro contratto è a tempo determinato, nessuno ci toglie dalla testa che se il lavoro trovato è di buona qualità e indeterminato non lo tengano per loro.

Ma la realtà dei fatti è che non è possibile trovare un qualcosa che non c’è. Il lavoro in Italia non c’è ben da prima della pandemia.

L’abbiamo scritto, detto, denunciato e infatti a gennaio l’INPS ha dichiarato che solo il 7%, circa, dei convocati ha trovato un impiego, e non tutti a tempo indeterminato come promesso.

Ma torniamo ai navigator. Il suo creatore è Domenico Parisi. Ordinario all’università del Mississipi.

Negli Stati Uniti ha costituito una società informatica che usando una app apposita ha permesso di diminuire di quasi 2 punti percentuali la disoccupazione. Un bel risultato.

Che non c’entra però niente con l’Italia. Negli USA il lavoro c’è. Qui no.

Ma nonostante questo è stato richiamato in Italia per fare lo stesso identico lavoro – le iniziative dovrebbero invece essere adattate al contesto nazionale -. Ma il curriculum presentato era sicuramente di tutto rispetto e, per questo, è stato messo, da Di Maio – il re dei miracolati -, quando era Ministro del Lavoro, a capo dell’ANPAL – Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro -.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti tanto che non è solo Fratelli d’Italia che continua a denunciare lo spreco di risorse, che invece potrebbero contribuire a rilanciare la nazione – sempre ovviamente lasciando contributi dignitosi a chi non è in grado di lavorare -, ma anche il nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha dichiarato: “La grande risorsa della Repubblica che si chiamano i navigator è stata un grande fallimento, continua a costarci una marea di miliardi, e nessuno vuole ammettere che non funziona e va cancellata. Non credo che i problemi di disoccupazione cui purtroppo andremo incontro li risolveranno i navigator”.

In un anno l’ANPAL ha assunto 3000, inutili, navigator ma dell’app miracolosa nemmeno l’ombra, di lavoro ancora meno. I milioni di euro sprecati invece sono reali.

Ma a tutto questo però si aggiunge un ipotetico giallo che, se confermato, sarebbe vergognoso: fra viaggi, spese per l’autista – oltre 50.000 euro – e casa a Roma avrebbe speso circa 160.000 non dichiarate. Dura la posizione d’Italia Viva, ma anche del PD – ricordiamoci alleati di governo dei 5 Stelle -: “Siamo poi arrivati all’imbarazzo quando (Parisi) ha dichiarato che le spese sostenute sono state da lui dichiarate ma, non sa perché, non sono state pubblicate nella sezione del sito Anpal sulla trasparenza”.

Ed allora, tra una spesa non dichiarata, una fuga negli Stati Uniti, un possibile conflitto d’interessi tra il suo ruolo in ANPAL e quello all’università del Mississippi, e il fallimento del progetto Navigator l’unica scelta dignitosa sarebbero le dimissioni che se non arriveranno, a oggi tutto il cda ANPAL è decaduto tranne l’intoccabile Parisi: “se il Ministro Catalfo non porrà fine a questa gestione personalistica e incompetente dell’Anpal, sarà lei stessa responsabile per non aver esercitato il proprio potere di controllo sull’Agenzia per le politiche attive del lavoro e a quel punto non esiteremo a chiedere anche le sue dimissioni.” firmato On. Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia. Fondamentalmente gli unici ad aver previsto il pessimo risultato che il RDC avrebbe causato all’Italia.

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