Qual è il tragitto più veloce tra due punti? È molto facile: la linea retta.
E Danilo Toninelli lo sa bene visto che, da Ministro delle Infrastrutture, dichiarò che tantissimi nostri imprenditori utilizzano, per il trasporto delle proprie merci, il tunnel del Brennero.
Fanno bene: meglio il tunnel, che è più o meno una linea retta, che il passo del Brennero con le sue curve e le code di tir.
Peccato che il tunnel non esista ancora!
Ecco oggi raccontiamo l’ennesima “linea retta” del fu ministro più sbeffeggiato d’Italia – anche se per stabilire chi fra i 5 Stelle fa più gaffe e parla di cose che non sa, c’è una bella e continua gara -.
Anzi prima una premessa: le gaffe sono solitamente sintomo d’incapacità e impreparazione ma, a volte, sono semplicemente del lapsus – non è questo il caso purtroppo – ma Toninelli è anche quello che a gennaio di quest’anno ha dichiarato: «Le uniche Regioni dove sono aumentati i pedaggi sono Lombardia e Veneto, le uniche amministrati dai “bravissimi” leghisti. Una delle concessioni autostradale che ha predisposto aumenti è, per esempio, quella del Veneto di Luca Zaia. Gli aumenti sono scattati perché il modello di gestione alla base delle concessioni è sbagliato”.
Cosa fa intendere? Che Zaia e Fontana sono poco capaci perché colpevoli di quest’aumento unico in Italia. Ma indovinate un po’ chi decide e autorizza gli aumenti? Bravi! Il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. E quando furono autorizzati gli aumenti chi era, ancora, ministro? Proprio Toninelli. E in questo caso non faceva il “finto tonto”. Ometteva delle informazioni per polemica politica.
Quindi gaffe imperdonabili e scorrettezza istituzionale. Insomma non tutto quello che dice Toninelli può essere preso per vero. Anzi io partirei dall’assunto opposto: ogni cosa che dice va verificata…
Di che ci occupiamo oggi? Il tema è il cavallo di battaglia del M5S: il Reddito di Cittadinanza.
Ma prima un’altra premessa metodologica: per ogni fatto è necessario capire se esiste un nesso di casualità tra quello che viene fatto e il risultato.
Cioè se io perdo un tot di capelli ogni shampoo e dopo aver messo una lozione anticaduta ne cadono lo stesso numero non si può dire “menomale che l’ho messa!”. Se invece diminuiscono i capelli caduti o si è diventati calvi o, invece, funziona.
E così dovremo chiederci: dopo i miliardi spesi per le politiche attive le persone assunte lo sono state per questo investimento o perché è naturale che si venga assunti dopo un po’ che si cerca lavoro?
E l’investimento vale la candela?
Ecco la dichiarazione di Toninelli: «Sito dell’Anpal: su un milione di persone che lo percepiscono, ben 200 mila hanno già trovato un lavoro, un quinto, il 20%» proseguendo poi con toni trionfalistici e “insulti” ai “giornali di regime” e a chi ha sempre criticato il Reddito, come chi vi scrive.
Può sembrare un buon dato. Ma è davvero così? Ed è merito del Reddito oppure no? Un caso? L’investimento è stato valido?
Vi spoilerizzo subito la risposta: no. Non è un buon dato e no non è merito del Reddito. E ancora meno dei mitici Navigator…
Intanto non è un buon dato perché dopo quasi un anno e mezzo ci sono ancora 800.000 persone che ricevono soldi senza fare nulla – anche perché i Progetti di Utilità alla Collettività che i percettori del reddito sono tenuti a svolgere non sono cominciati in praticamente nessun comune – e poi perché anche in questo caso la dichiarazione di Toninelli è forzata e scorretta.
Intanto perché bisogna rispondere alla domanda: “che intende per “lavoro””?
Perché purtroppo non tutti i 196.046 percettori del Reddito di Cittadinanza hanno ottenuto un lavoro a tempo indeterminato. Anzi.
E, a luglio 2020, di questi hanno ancora un contratto sono 100.779. La metà.
Di questi 196.046 solo 34.659 sono a tempo indeterminato cioè il 3,3 del 1.048.610 di percettori del reddito a cui dovrebbe essere trovato un lavoro. Il 3,3% non è un buon risultato. È un fallimento.
Gli altri, dati Ministero del Lavoro, hanno queste tipologie di contratto: 135.540 a tempo determinato – un mese? Un anno? Boh non si sa -, 4.807 contratti di collaborazione, 8.139 di apprendistato e 12.901 indicati con “altro” – tirocini? Stage? –
Insomma dei circa 200.000 che hanno trovato lavoro 165.000 torneranno a essere disoccupati.
Che grandissimo successo!
Oltretutto Unimpresa segnala che le politiche attive – cioè quelle che servono per trovare un lavoro – ci costano, e costeranno, oltre 9 miliardi di euro in tre anni. Per 34.659 contratti a tempo indeterminato?
Se volessimo dividere 3 miliardi, cioè l’investimento più o meno annuale, per i contratti ottenuti avremmo 86 milioni per posto di lavoro. Non era meglio fare dieci cantieri?
Inoltre non esiste un dato sul numero reale di occupati che hanno trovato lavoro tramite il Reddito. Cioè non sappiamo se i 196.046 abbiano accettato proposte di lavoro fatte dai navigator o si siano trovati il lavoro da soli.
Il sito “Linkiesta” si è posta le stesse domande e le ha fatte al ministero del lavoro. Risposta? “tutti i contratti oggetto di analisi sono stati attivati in data successiva alla data di presentazione della domanda di beneficio del reddito di cittadinanza” e quindi? «A oggi non sono presenti open data sull’andamento della fase 2 del reddito di cittadinanza».
Questo vuol dire che non possiamo sapere se i navigator c’entrino qualcosa con le, pochissime, assunzioni dei percettori del Reddito e, passateci la malignità, vi pare che non verrebbe detto da chi ha fatto del Reddito di Cittadinanza una bandiera?
E allora torniamo al nesso di casualità: gli assunti hanno, in maggior parte, trovato lavoro perché ci sono riusciti da soli e non c’è nessun nesso con le “politiche attive”, i navigator o i 5 Stelle.
Ma quando domani ci diranno che non ci sono soldi ricordiamoci anche dei miliardi – miliardi! – buttati sul Reddito di Cittadinanza e fra il non avere soldi e le politiche sbagliate dei 5 Stelle – quante volte glielo abbiamo detto che sbagliavano? – c’è davvero un nesso di casualità. Forse la più grande colpa che potremo accollarli quando, finalmente, il Movimento sarà solo un ricordo.