Richard Gere sulla Open Arms? Le comiche finali.

Dicono: ”Il livello di stress dei migranti a bordo della nave sale esponenzialmente al tempo che passa inesorabile. Non si sa quanto potranno resistere”.

Dicevano: “La situazione nei campi profughi in Libia è assolutamente inaccettabile. I migranti vi giungono dopo viaggi allucinanti, durati anche un anno o più. Viaggi che a molti di loro costano la vita, uccisi dalla brutalità dei trafficanti di uomini, o dalla sete e la fame. Dalle malattie e dagli incidenti. Lì poi vengono picchiati, massacrati, violentati, tenuti in schiavitù. Vittime di qualsiasi sopruso.”

Insomma, in entrambi i casi, la descrizione non è diversa da quella di qualche girone infernale, dove questi inarrestabili migranti vengono trascinati dalla stoica volontà di venire a vivere a casa nostra. Niente di più e niente di meno.

Dicono: “Ognuno ha il diritto di migliorare la qualità della propria vita”. Sacrosanto. Però, quell’ognuno vale anche per noi o solo per i migranti, preferibilmente africani? Perché se come sarebbe giusto che fosse, il principio vale per tutti, i migranti hanno il diritto di provare con ogni mezzo legale ad arrivare da noi, e noi altrettanto abbiamo diritto a non accettarli, e di rimandarli da dove sono venuti in modo di poter salvaguardare la nostra cultura, le nostre tradizioni, la sicurezza delle nostre città, i conti del nostro welfare già tanto a dura prova, e via discorrendo.

Questo vuol dire essere chiusi a tutto il resto del mondo? Assolutamente, no. Significa solo pretendere di governare l’immigrazione come avviene ad esempio negli Stati Uniti. Decidere anno dopo anno quanti possano essere i migranti da accogliere per poter garantire loro un livello di vita almeno decente senza lasciare che finiscano per essere facili prede delle tante mafie che ormai prolificano sul nostro territorio anche grazie all’immigrazione incontrollata. Il tutto senza mettere in discussione o peggiorare la nostra di qualità di vita. Un concetto semplice al punto da apparirci elementare ma che sembra troppo complesso per essere compreso da chi italiano non è. Soprattutto da certe nazioni europee che, se da una parte hanno già fatto loro questo concetto, contestano aspramente che lo stesso lo si possa fare noi.

Perciò i nostri porti non devono essere chiusi, mentre quelli spagnoli, francesi o altro, invece sì. Perché, vi chiederete voi? Per nessun motivo sensato, ma solo perché siamo il “ventre molle” dell’Europa. Perché negli altri Paesi i politici sono compatti sul tema dell’accoglienza programmata e non selvaggia, mentre da noi esiste una lobby antitaliana anche in parlamento, disponibile a svendere la propria gente per interessi che davvero poco hanno a che fare con la solidarietà. Una solidarietà, è bene dirlo, che per certa gentaglia oggi che le diarie dei migranti in accoglienza sono state ben ridotte, termina nel momento in cui i migranti toccano il suolo italiano e si disperdono nei nostri borghi.

E così pensano tutti di poterci fare la morale. Ma proprio tutti. Prendiamo ad esempio Bergoglio, che un giorno sì e l’altro pure, ci spiega che l’accoglienza è tutto. Eppure i tanti conventi ormai vuoti per la crisi delle vocazioni non sono stati aperti per ospitare migranti, ma trasformati in lucrosi bed&breakfast, quando non in alberghi di lusso. Non mancano poi gli esponenti dello star system nostrano, sempre pronti a battersi il petto per i poveri migranti, salvo poi scoprire che gli unici extracomunitari che conoscono sono la filippina tata dei loro figli, e il ghanese che fa loro da autista. Ma ancora non basta, perché ai bacchettoni italiani si aggiungono anche quelli di importazione.  E’ il caso di Richard Gere, piombato in Italia e trasferitosi sulla OpenArms, ultima nave ONG in ordine di tempo che col suo carico di africani staziona da otto giorni al largo di Lampedusa in attesa di riuscire a entrare in porto, quando con tanto tempo a disposizione, battendo pure bandiera spagnola, avrebbe potuto attraccare in qualsiasi porto iberico.

“Gli italiani sono cambiati”, sostiene Gere, e ha ragione, siamo un filo meno fessi di qualche tempo fa. In ogni caso, lui se vuole può dare dimostrazione di magnanimità portandosi una ventina di eritrei nella sua lussuosa villa americana.  Allora sì che dimostrerebbe solidarietà.

RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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