“Nella seduta odierna della commissione capitolina Trasparenza che presiedo, è emerso che se dovesse saltare la realizzazione del termovalorizzatore Roma non avrebbe un piano B. Se per un qualunque motivo questo impianto non si dovesse fare, in questo senso c’è ancora in ballo un pronunciamento del Consiglio di Stato, la città resterà in queste condizioni molto precarie sulla gestione dei rifiuti per altri 20 anni?”. Lo ha detto all’agenzia Dire Federico Rocca, consigliere capitolino di FdI e presidente della commissione Trasparenza che nella seduta odierna ha affrontato il tema del futuro termovalorizzatore di Roma.
“Nonostante l’impianto non partirà prima della fine del 2026, Ama per ora ha fatto gare per l’export dei rifiuti fino al 2025 e quindi potremmo ritrovarci in emergenza nel 2026- ha aggiunto-
Continuo a restare perplesso sul perché sia stato scelto, come detto dal dg Aielli, di non fare partecipare Ama all’operazione del termovalorizzatore che avrebbe portato dei benefici nelle casse della municipalizzata, che da anni ha sofferenze di bilancio, e quindi nelle tasche dei romani con una Tari ancora più bassa di quella che si prevedrebbe in futuro”.
Infine “sono profondamente contrario all’ipotesi di utilizzare l’area ‘Smistamento’ di Villa Spada come luogo da dove fare partire una parte dei rifiuti che verrebbero bruciati nel termovalorizzatore- ha concluso Rocca- Quella parte di Roma ha già dato tanto negli ultimi anni con l’ex tmb Salario e si ritroverebbe nell’inaccettabile condizione di diventare allo stesso tempo un hub della logistica per l’invio dell’immondizia e luogo dove ospitare l’impianto di trattamento delle terre di spazzamento nello stabilimento Ama Salario”