Riforme, Balboni (FdI): mantengo richiesta di gran giurì, ci sono ulteriori false accuse

“Prendo atto che il sen. Boccia si rimangia l’accusa che mi ha rivolto in Aula e la trasforma in una contestazione politica. Osservo però che quando si vuol fare una contestazione politica non è corretto farlo mettendo in bocca all’avversario parole che non ha mai pronunciato. La questione quindi non solo non si sposta di una virgola ma nel tentativo di arrampicarsi sugli specchi Boccia aggrava la sua posizione accusandomi di “insofferenza alle regole parlamentari agli accordi presi in sede di Uffici di presidenza e in conferenza dei capigruppo” nonché “di non aver garantito il regolare svolgimento dei lavori e i diritti delle minoranze”. Ebbene queste sono accuse ancor più gravi perché posso dimostrare: uno, di aver sempre rispettato le decisioni prese in ufficio di presidenza e soprattutto di aver sempre garantito i diritti delle minoranze. E due, che nella seduta a cui egli fa riferimento a sovvertire le deliberazioni dell’ufficio di presidenza e a turbare il corretto svolgimento dei lavori sono stati proprio gli esponenti del Pd. Non solo, posso dimostrare che il sen. Parrini (Pd) aveva già preannunciato nella chat che, se non avessi accondisceso alle richieste di rinvio della seduta, ciò avrebbe comportato “strappi”. Una chiara minaccia, poi puntualmente mantenuta. Per queste ragioni mantengo la richiesta di giurì estendendo la domanda di accertare la verità anche in ordine a queste ulteriori e false accuse”.

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama.

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