Rigopiano è una deliziosa località turistica montana del comune di Farindola, in Abruzzo, in provincia di Pescara, posta alle falde sud-orientali del Gran Sasso d’Italia. Fino al 18 di gennaio del 2017 non si può dire che fosse conosciutissima al di fuori dell’Italia centrale, da dove arriva la maggior parte del turismo che accoglie. Poi, dopo quella tremenda data, tutti in Italia hanno conosciuto Rigopiano.
Ve lo ricorderete certo, le tre scosse di terremoto nella zona di magnitudo 5.0, ed ecco che da un picco la neve debolmente consolidata dopo le copiose nevicate dei giorni precedenti, si stacca e blocca l’unica via di comunicazione che collega L’hotel Rigopiano, struttura di ottimo livello molto conosciuta e frequentata, con il fondovalle. Nelle ore successive, nonostante i solleciti e gli appelli, non viene trovata alcuna turbina spazzaneve in grado di liberare la strada e permettere l’evacuazione delle struttura alberghiera. Così, quando dalle 14.30 circa alle 17.00 diverse scosse di assestamento si susseguono e creano una violenta valanga di neve e grossi detriti che travolge la struttura alberghiera, addirittura spostandola verso valle di almeno 10 metri rispetto a dove si trovava inizialmente, l’albergo è ancora pieno di turisti e personale.
Non parliamo qui di tutto quello che avvenne dopo, delle incomprensioni, dei cattivi servizi, della disorganizzazione, dell’incapacità e anche del menefreghismo. Diciamo solo che sotto le rovine dell’hotel Rigopiano trovano la morte 28 persone sulle 40 che al momento della disgrazia si trovavano nella struttura. Tra essi 4 bambini e ben 12 membri del personale dell’hotel. Gli 11 sopravvissuti, chi più e chi meno, riportano tutti varie ferite. E questo, se così possiamo dire, è l’antefatto.
Arriviamo ad oggi. Naturalmente, all’epoca della disgrazia, la procura di Pescara ha aperto un’inchiesta sull’accaduto per accertare eventuali responsabilità circa l’idoneità della struttura portante dell’albergo, il luogo della costruzione dell’edificio rispetto al rischio valanghe, e il presunto ritardo dei soccorsi a partire dalle comunicazioni della tragedia. L’inchiesta è ancora in corso, ma nel frattempo ecco che accade qualcosa che lascia davvero di stucco.
E’ di un paio di giorni fa la notizia che il Tribunale di Pescara ha condannato Alessio Feniello, padre di Stefano, 28enne di Valva morto nel crollo dell’albergo dove si trovava con la fidanzata, a una multa di 4550 euro per aver rotto i sigilli alla struttura . In realtà, Alessio Feniello si era recato sulle rovine del Rigopiano e senza aver rotto alcunché aveva superato un cancello aperto per portare un mazzo di fiori lì dove gli avevano riferito che era stato rinvenuto suo figlio.
Dopo questa incomprensibile decisione, il Questore della Camera dei Deputati, Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, ha deciso di prendere posizione. Il parlamentare salernitano del partito di Giorgia Meloni annuncia che, nelle prossime ore, depositerà un’interrogazione al ministro della giustizia Alfonso Buonafede: “Disponga subito un’ispezione al Tribunale e alla Procura di Pescara dopo l’incomprensibile condanna emessa dal giudice Elio Bongrazio, su richiesta del pm Salvatore Campochiaro, nei confronti di Alessio Feniello. Non ci vogliamo sostituire ai giudici e ai pm né criticare strumentalmente la sentenza. Ma – sostiene Cirielli – non si comprende perché non sia stata applicata l’attenuate nei confronti di Feniello per aver agito per fini moralmente leciti e soprattutto la causa estintiva della evidente tenuità del fatto. Il ministro – conclude il deputato di Fratelli d’Italia – accerti se Procura e Tribunale di Pescara abbiano seguito una procedura corretta nei confronti di un genitore, già provato dalla perdita di un figlio, che pare sia alla ricerca solo di giustizia e verità”.
Intanto, il candidato presidente della Regione Abruzzo per il centrodestra, Marco Marsilio (Fdi), ha annunciato che il Comitato per ‘Marsilio presidente’ avvierà una raccolta fondi “per contribuire a raggiungere la somma di 4.550 euro per pagare, in caso di condanna definitiva, la multa che è stata comminata ad Alessio Feniello”.