In molti, parlare di anni ’70 è nostalgia, ripercorrere gli anni della giovinezza: gli anni d’oro di Battisti e dei Pink Floyd, dei primi computer, di Grease e di Fantozzi. Ma per molti altri, soprattutto per chi in quegli anni ha fatto politica, gli anni ’70 furono un inferno, il centro nevralgico e più tragico degli anni di piombo, durante i quali i giovani militanti rischiavano materialmente la propria vita ogni giorno per quell’impegno politico che, dopo quello militare, dovrebbe essere considerato il più onorevole impegno civile per lo Stato ma che, invece, diventava una macchia che si pagava a caro prezzo. Per il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervista a Cinque Minuti su Rai1, ritornare al clima degli anni ’70 è un pericolo lontano, ma che persiste soprattutto se certi episodi che ne possono rappresentare i precursori vengono sottovalutati o persino ignorati. “Penso che la lezione degli anni ‘70 in qualche modo sia servita, però il rischio c’è” ha spiegato La Russa, con la consapevolezza di chi ha vissuto gli anni tragici della violenza politica.
Si può parlare oggi di rischio a causa dei continui episodi di intolleranza nelle università, con gli antagonisti che hanno cercato di imbavagliare giornalisti e politici di diverse aree, dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari al giornalista David Parenzo, e poi ancora il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone e l’onorevole di Fratelli d’Italia Fabio Roscani. Tutti episodi che “mi fanno pensare – ha spiegato La Russa – che si sia vicini a un punto di rottura”. Il minimo comune denominatore tra gli anni ’70 e questi episodi è infatti la volontà, da parte di pochi, di mettere a tacere il pensiero altrui: “Il tentativo di non far parlare chi non la pensa come te assomiglia agli inizi degli anni ‘70” ha infatti detto La Russa. Che tali episodi poi non abbiano la forza di trasformarsi in un nuovo inizio di violenza politica, in questo La Russa ci crede. “Però – ha spiegato – ci credo a patto che l’allarme venga recepito, che non si sottovaluti quello che sta avvenendo nel tentativo di giustificare in qualche modo qualcuno che non vuole che un altro dica delle cose diverse da come la pensa lui e allora gli impedisce di parlare”.
Il presidente del Senato è certo: è il clima d’odio verso la politica e le Istituzioni a dover essere fronteggiato, a non dover trovare giustificazioni. Ed è proprio quel clima che poi, secondo La Russa, influisce sul comportamento dei più giovani che, sicuramente, non hanno la consapevolezza di cosa è realmente la violenza in politica. La Russa, ad esempio, ha parlato del caso del liceale che, in visita al Senato, ha mimato una pistola contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la seduta di martedì. “Io credo – ha affermato – che sia il clima esterno che l’ha portato a ritenere normale, ospite al Senato, di fare il gesto della pistola verso il Presidente del Consiglio”. Certe parole, certi atteggiamenti, possono indurre, “anche senza volerlo”, un ragazzino a una condotta del genere.