Il Ministero del Commercio e dell’Investimento Estero di Cuba (Mincex) e l’Agenzia Cinese per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (Cidca), hanno firmato giovedì 4 aprile diversi trattati di collaborazione.
Gli stesi includono un Memorandum d’Intesa sulla Donazione di riso e il Protocollo per il Potenziamento della Cooperazione nello Sviluppo delle Risorse Umane nel Contesto dell’Iniziativa di Sviluppo Globale.
Inoltre, è stato firmato un Memorandum d’Intesa per la Promozione del Progetto di Nuovi Parchi Fotovoltaici e altri per l’Assistenza a Cuba.
Cuba ha ricevuto le prime 68 tonnellate di riso di una donazione dal governo cinese, che raggiungerà le 20.408 tonnellate entro quest’anno, secondo i media statali.
“Questo gesto costituisce un importante sostegno per il paese e rappresenta un segno sincero del sentimento fraterno della Cina nei confronti di Cuba”, ha affermato il vice primo ministro cubano, Jorge Luis Tapia, al momento dell’arrivo della donazione.
Da molto tempo si parla anche di una base segreta che la Repubblica Popolare Cinese avrebbe nella cittadina di Bejucal, circa a 30 chilometri dall’Avana, con la funzione di ascoltare e spiare gli Stati Uniti. Secondo il Wall Street Journal, Cuba avrebbe ceduto la base a cambio di svariati milliardi di dollari.
A metà marzo, l’isola comunista ha attraversato uno dei suoi peggiori momenti: black-out energetico, crisi alimentare e massicce proteste contro la dittatura di Miguel Díaz-Canel.
L’economia cubana è molto debole e l’approvvigionamento di tutti i suoi beni e servizi dipende esclusivamente dall’aiuto di altri paesi, principalmente dalla Cina. Dal 2020 l’isola attraversa una crisi identica a quella subita quando crollò l’Unione Sovietica, l’altra grande potenza che ha sostenuto la sua economia fino agli Anni ’90.
A seguito di questa profonda crisi, Cuba è stata costretta a rivolgersi urgentemente alle Nazioni Unite per chiedere, tramite il Programma Alimentare Mondiale, l’invio di 144 tonnellate di latte in polvere all’isola.
Il dittatore cubano Diaz-Canel cerca sempre di giustificare la scarsità di cibo con il pretesto dell’embargo statunitense che, per definizione, è un embargo e quindi non può realmente spiegare la molteplicità di problemi estremi che si vivono nell’isola.
D’altra parte, l’invasione russa in Ucraina si è anche trasformata nell’inizio di una nuova fase delle relazioni tra Cuba e Vladimir Putin. Lo mostra il rapporto “Cuba, alleato preferito di Putin” redatto dall’Associazione Spagnola Cuba in Transizione e dal Center for a Free Cuba.
Il rapporto raccoglie molteplici prove di come l’invasione dell’Ucraina contribuisca a rafforzare l’alleanza tra Russia e Cuba e a posizionare il regime comunista come un alleato privilegiato di Mosca.
Il regime cubano mostra anche un costante sostegno agli obiettivi politici e diplomatici russi. Mosca ha risposto con lo stesso atteggiamento. Ad esempio, alle Nazioni Unite, Cuba è uno dei principali sostenitori delle posizioni russe e viceversa.
“La popolazione cubana sta emigrando, almeno chiunque sia in grado di farlo. Nell’ultimo anno sono partite 300.000 persone, fuggendo dalla miseria e dalla fame. Molti miei amici raccolgono qualche tavola e si gettano in mare perché preferiscono lottare contro gli squali piuttosto che trascorrere un altro giorno in questo inferno”, ha detto Ariel Maceo Tellez, un poeta cubano di 36 anni, in un’intervista telefonica concessa a Noticias Telemundo.
Secondo i dati del governo statunitense, nel 2022 224.607 cubani, oltre il 2% dei 11 milioni di abitanti dell’isola, sono emigrati negli Stati Uniti.
La Cina e la Russia cercano di aumentare la loro influenza in America Latina, ecco perché sostengono l’isola comunista, nella quale gli abitanti muoiono di fame. Allo stesso modo, proteggono Venezuela e Nicaragua, altri regimi socialisti.
Fino a quando le Nazioni Unite continueranno a ignorare l’inferno vissuto dai questi paesi?