L’Arabia Saudita organizzerà l’Expo nel 2030, precisamente nella Capitale Riad, aggiudicandosi la vittoria nella votazione inerente lo svolgimento dell’evento: i 119 voti a favore della città saudita, battono di gran lunga i 17 ricevuti da Roma, una sconfitta che pesa come un macigno non soltanto per l’amministrazione comunale capitolina, ma anche per il suo popolo e l’Italia intera.
Chiaramente, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, candidatosi con il Partito Democratico, ed eletto sindaco con la coalizione di centrosinistra nel 2021, accusa testualmente i conflitti di potere, come riportato dall’AGI: “Siamo amareggiati: i rapporti di forza economici come avevamo denunciato hanno portato a un voto nettissimo”.
La verità è che l’esito delle votazioni, interessa la responsabilità del primo cittadino di Roma e della sua confederazione.
Sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale di maggioranza, si assumesse gli oneri della sconfitta, dimostrando onestà intellettuale e spirito critico delle proprie azioni.
Inutile cercare giustificazioni nelle interferenze “aliene”, quando un’ intera città vive nella stasi, attendendo perennemente di conoscere un serio ed omologato programma di rinnovamento.
Le proteste scatenate dai civili romani, contro il provvedimento inerente l’estensione della ZTL a svariate zone del centro urbano, sono la prova che la coalizione di centro-sinistra sta agendo senza considerare le volontà popolari.
Contrariamente a quanto sostenuto dal Sindaco Gualtieri, un progetto che ottiene 17 voti, non può essere un ottimo piano: nella politica e nell’organizzazione degli eventi contano i risultati riportati dalle statistiche.
Roma è una capitale in balia delle cattive scelte politiche e dalle pessime amministrazioni -passate e presenti- ; Una celebre frase di Sant’ Agostino recitava come di seguito: “Roma non perit si Romani non pereant” (Roma non perirà se i Romani non periranno), ma la misura è ormai colma ed i cittadini sono stufi delle promesse e dei programmi lasciati a metà.
Non resta che auspicare ad un cambiamento repentino nelle prossime elezioni, a meno che l’attuale giunta non decida di dimettersi a breve, lasciando spazio a chi crede realmente nella rinascita di Roma.