“Dal 1994 dopo la vittoria di Berlusconi, che qualcuno volle considerare il cavaliere nero per le sue aperture ad Alleanza Nazionale, il 25 Aprile è diventato un modo per contrapporsi all’avversario politico – commentano Guastalla e Romiti -. Da allora anziché puntare ai propri valori, ai propri programmi si è pensato di aggredire l’avversario con questa scorciatoia politica. E così, ancora oggi, si tenta nuovamente di creare le condizioni di una guerra civile non guerreggiata, attraverso l’uso spregiudicato dal punto di vista politico di stilemi e strumenti ideologici, che non possono portare altro che a peggiorare la situazione di un Paese che avrebbe le caratteristiche per un futuro migliore. Noi, il 25 Aprile, lo interpretiamo invece in modo inverso: quello di un Paese unito sotto una bandiera e una Costituzione”.
“Mi meraviglio di due cose: che Nogarin abbia disertato la manifestazione facendosi sostituire dalla sua vice, che è candidata a sindaco per i 5 stelle, quindi privilegiandola rispetto agli altri contendenti e che in piazza accanto alla bandiera palestinese ci fosse anche quella Lgbt, visto che nei Paesi arabi questi soggetti vengono uccisi”.
Sono le parole di Guido Guastalla, esponente di spicco della Comunità Ebraica e candidato sindaco del centrodestra nel 2004, che ha presenziato alla cerimonia al Monumento dei Caduti in piazza della Vittoria insieme ad Andrea Romiti, attuale candidato sindaco del centrodestra.
“Il 25 Aprile – sostengono i due – è diventata una manifestazione di parte che vuole dividere anziché unificare il Paese in una visione della libertà che dovebbe riguardare tutti e non solo una parte. Questa festa purtroppo è stata ridotta ad uno scontro, anziché ad un incontro tra posizioni diverse”.