Salario minimo. Ricchiuti (FdI): la vera urgenza per il lavoro è la riforma fiscale

“Il salario minimo è la risposta sbagliata a una domanda fatta male. Il problema è reale, ma per il PD, il M5S e la CGIL tale problema si risolve con un tratto di penna. Un uovo di Colombo che, se davvero fosse risolutivo, lo avrebbero potuto approvare nei precedenti 10 anni di Governo. Ci sono tanti motivi per cui siamo contrari in quanto sarebbe un danno per gli stessi lavoratori visto che l’Italia è fra i Paesi europei con la più alta copertura contrattuale, con circa il 90 per cento dei dipendenti. Per il restante 10 per cento invito l’opposizione a rileggere la mozione 1/00030 del 30 novembre 2022 approvata dalla maggioranza che sta impegnando il governo ad attivare percorsi interlocutori tra le parti non coinvolte nella contrattazione collettiva, ad estendere l’efficacia dei contratti collettivi nazionali comparativamente più rappresentativi. Ricordo infine le misure del taglio del cuneo fiscale e della riduzione del costo del lavoro. Questi signori, evidentemente, oltre a non aver mai messo un piede in un’azienda, non conoscono i CCNL che garantiscono la retribuzione per livelli con possibilità di promozione ai livelli successivi con aumenti di stipendio che con il salario minimo verrebbe a mancare”. Lo dichiara Lino Ricchiuti, viceresponsabile nazionale del Dipartimento imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia. Ricchiuti prosegue: “L’aumento degli stipendi, inoltre, senza corrispondente incremento della produttività, produce un aumento dei costi per l’impresa con conseguente perdita di competitività e licenziamenti. Questo è il vero problema dei bassi salari”. Per Ricchiuti “logica vorrebbe che, prima di aumentare gli stipendi e attuare il salario minimo, si intervenisse sul lato della produttività ed è ciò che si vuol fare con la riforma fiscale. Detto ciò, non si può liquidare il problema degli stipendi bassi aspettando che la produttività cresca miracolosamente. Un intervento – osserva – è quello di una rimodulazione delle aliquote Irpef degli scaglioni più bassi e un intervento sul cuneo fiscale, come si sta già facendo e da questo mese di luglio ci sarà già il primo aumento in busta paga, per dare un minimo di respiro a chi ha gli stipendi fermi da anni. Ribadisco: da anni, cari PD, M5S e CGIL, che siete ormai totalmente scollati dalla realtà”.

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