Salute. Disturbi mentali, il ministro Schillaci: riguardano 1 italiano su 6

“La salute mentale è un tema cruciale per il presente e il futuro dell’Italia, un tema che va oltre il diritto fondamentale di ogni individuo, trattandosi di un investimento strategico per il benessere collettivo e la crescita del nostro sistema socio-economico. Le evidenze sono chiare. Come emerge anche dal rapporto che si presenta oggi, in Italia i disturbi psichiatrici colpiscono una persona su sei, la pandemia e le crisi geopolitiche hanno aggravato in maniera significativa questa situazione. I grandi cambiamenti e le sfide degli ultimi anni hanno generato un aumento significativo dei disagi psicologici soprattutto tra i giovani, le donne e le persone più vulnerabili. Sappiamo bene che la salute mentale incide profondamente su ogni aspetto della nostra società”.
Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aprendo la presentazione del rapporto ‘La salute mentale come motore della crescita socio-economica dell’Italia’, realizzato da Angelini Pharma in partnership con The European House – Ambrosetti e presentato oggi a Roma, presso il ministero della Salute, nel corso dell’evento ‘Headway® – A New Roadmap in Brain Health: Focus Mental Health’.
“A livello globale- ha detto ancora Schillaci- l’Oms stima 12 miliardi di giornate lavorative perse ogni anno a causa di ansia, stress e depressione. Tradotto in valore economico parliamo di poco meno di mille miliardi di euro di perdite. Guardando all’Italia, secondo i dati Ocse i costi legati ai disturbi mentali impattano sul Pil nazionale per il 3,3%. Una perdita complessiva che – come emerge dal Report – supera i 60 miliardi di euro l’anno andando a incidere sul Servizio sanitario, sui sistemi assistenziali e sociali e sul mercato del lavoro. Di fronte a tutto questo, non possiamo considerare la salute mentale come una questione secondaria. Creare i presupposti per riconoscere a tutti i cittadini il diritto al benessere psichico è alla base di qualsiasi società che ambisca a definirsi inclusiva. Ed è una priorità non solo del ministero, ma di tutto il governo”. “Da subito- ha sottolineato il ministro- ci siamo messi al lavoro per garantire un sistema sanitario equo, accessibile ed efficace, in grado di prevenire e trattare il disagio psicologico prima che diventi cronico. Abbiamo istituito un apposito Tavolo tecnico con la missione di aggiornare il Piano nazionale sulla salute mentale, un documento che mancava da 10 anni e non più adatto a rispondere in maniera efficace ai bisogni di pazienti di oggi. In questi anni la medicina e la sanità sono state interessate da tante trasformazioni, è cambiata la gestione di molte di queste patologie, penso alla depressione. Su questo insieme all’Istituto Superiore di Sanità stiamo programmando le linee guida sulla depressione e su altri disturbi che allineeranno l’Italia ad altre nazioni europee. Sono cambiati i modelli organizzativi, i bisogni dei pazienti e sono disponibili trattamenti più innovativi. Era, insomma, doveroso aggiornare il Piano intervenendo anche sulle criticità rilevate per migliorare la qualità dei percorsi diprevenzione, trattamento e riabilitazionenell’ambito della salute mentale. Come alcuni dei presenti sapranno, il Piano è pronto e lo stiamo sottoponendo alle Direzioni competenti prima della condivisione con le Regioni. Come avevo già detto precedentemente, entro questi primi mesi dell’anno dovremmo concludere l’iter. Il nostro impegno sulla salute mentale è chiaro e si articola su diversi fronti. Penso al bonus psicologo. Con la legge di bilancio 2023 lo abbiamo reso una misura strutturata aumentando fino a 1.500 euro l’importo del contributo e lo abbiamo rifinanziato anche con le successive manovre finanziarie. Però sappiamo anche che è necessario un cambiamento nei modelli di cura. Per questo stiamo definendo la riorganizzazione della presa in carico dei pazienti con disturbi mentali, integrando ospedale e territorio anche in questo campo e promuovendo l’uso delle nuove tecnologie, come la telemedicina”. “Per affrontare questa sfida, infatti- ha continuato Schillaci- è fondamentale garantire diagnosi precoci e un rapido accesso alle cure, costruendo percorsi nuovi e più efficaci; pensare a terapie domiciliari e al territorio, in modo che i pazienti possano contare su un accesso tempestivo ai trattamenti terapeutici”. “Un aspetto che mi preme sottolineare- ha evidenziato il ministro- è l’impegno del ministero sulla prevenzione per eliminare o ridurre il più possibile i fattori di rischio che possono contribuire all’insorgere di determinate patologie e per consolidare i fattori di protezione, per far sì che le persone non si ammalino, nonostante il rischio potenziale. Con questa finalità, sono stati stanziati nell’ultima manovra 10 milioni di euro per garantire un servizio di sostegno psicologico nelle scuole e proteggere i nostri ragazzi. Sono state finanziate campagne di prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione del Ministero della salute (500.000 euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027), fenomeni purtroppo in crescita tra i più giovani”. “Sempre in questo ambito, il ministero della Salute da anni porta avanti progetti e ha firmato ‘Protocolli di intesa’ con altre istituzioni, Istituto Superiore di Sanità, ministero dell’Istruzione, Garante per l’infanzia e l’adolescenza diretti a promuovere la salute mentale o a mettere in atto fattori protettivi per il benessere psichico e per ridurre il rischio che il disagio possa evolvere verso un disturbo mentale conclamato. Prevenzione dunque anche in questo campo come negli altri ambiti di salute”. “Ma non possiamo farcela da soli- ha concluso Schillaci- Serve il coinvolgimento di tutte le istituzioni, delle imprese, delle scuole, delle comunità locali e del terzo settore. Serve un approccio integrato che metta insieme sanità, lavoro, istruzione, welfare. Abbiamo anche definito di recente le ‘Linee di Indirizzo per la funzione della Psicologia nel Ssn’, sottoposte poi alla Conferenza Unificata. È una grande sfida, però unendo le forze possiamo rafforzare la salute mentale contribuendo al benessere e allo sviluppo socioeconomico. Questa è una responsabilità collettiva e un’opportunità unica per costruire un’Italia più forte, più coesa e soprattutto più giusta”.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati