Evidentemente l’operazione è risultata troppo onerosa anche per la prima società al mondo nella gestione del risparmio. Con una nota infatti, ieri i commissari straordinari dell’istituto genovese, hanno fatto sapere che il fondo americano ha ritenuto di non dare ulteriore corso alla sua iniziale manifestazione di interesse, senza dare ulteriori spiegazioni sulle motivazioni.
Rimane però il fatto che la Bce aveva dato tempo fino al 17 maggio per poter ricevere proposte vincolanti per la ricapitalizzazione di Carige. Ora bisogna vedere se la Vigilanza concederà altro tempo.
Ora le ultime indiscrezioni indicano come possibile la discesa in campo di altri co-investitori malgrado la defezione di BlackRock. Ma francamente l’ipotesi sembra remota. Anzi. Una soluzione di mercato adesso, dopo la ritirata del colosso americano, sembra quanto mai improbabile.
Sebbene anche il premier Conte parli di altre «soluzioni di mercato», è quasi certo l’intervento dello stato come per Montepaschi se ovviamente la Bce accerterà l’interesse sistemico di Carige. Diversamente c’è la liquidazione coatta come per le banche venete la cui attivita furono regalate a Intesa, con le bad bank a carico dello stato.
Attualmente non ci sono rischi per i correntisti, ma ovviamente se si procedesse con l’aiuto di Stato a rischiare sarebbero sicuramente azionisti e detentori di obbligazioni subordinate.
Ma per quanto ancora dovranno essere contribuenti e risparmiatori a pagare le conseguenze dei disastri bancari?