Sanatoria Bellanova, un Flop annunciato

Lo avevamo detto. Si, è la frase che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire nella vita, perché certifica un fallimento ampiamente previsto ed annunciato. Ma lo avevamo detto. Lo aveva detto chiunque avesse un minimo di senno. Non serviva essere geni per comprendere che la sanatoria per i migranti irregolari disposta dalla Bellanova, la panacea inclusa nel decreto rilancio e presentata lo scorso 13 maggio, si sarebbe risolta in un enorme buco nell’acqua.

Come se non fosse stato sufficiente il doversi sorbire le lacrime di coccodrillo del ministro, che in un momento di enorme crisi trovava il modo di piangere non per le disgrazie nazionali, ma per la solita solfa buonista sull’accoglienza. Perchè il suo provvedimento – secondo il suo solo punto di vista, a dimostrazione che non vi fosse interesse ad operare per l’interesse comune ma del singolo – avrebbe dovuto tutelare lavoratori e braccianti agricoli vittime del caporalato.

Pensiero nobile, assolutamente. Peccato che la strada verso l’inferno sia lastricata di buone intenzioni. Ed è impossibile non concordare con Giorgia Meloni, che stamattina ha affermato come “i numeri sulla sanatoria voluta dal Ministro Bellanova e dalla sinistra al governo dimostrano l’ennesimo fallimento…dovevano sostenere l’agricoltura e combattere il lavoro nero, ma il…risultato è stato incentivare ancora una volta gli sbarchi”.

Perchè questo è accaduto in soldoni, e a sostegno di quanto affermato dal Presidente di Fratelli d’Italia provvediamo a snocciolare i freddi – ma significativi – numeri.

La Bellanova, all’apice del suo discorso “struggente”, affermava di voler regolarizzare la posizione, con questo provvedimento, di circa 300mila irregolari impiegati nei campi, schiavi del caporalato. Peccato che l’ISTAT sia impietoso: nel periodo tra giugno e agosto sono state solamente 19.875 le domande di regolarizzazione degli immigrati al fine del rilascio del permesso di soggiorno per motivi lavorativi afferenti al settore “agricoltura e pesca”.

Ma continuiamo: l’effetto della sanatoria è stato devastante, in quanto tali procedure di regolarizzazione riguardano mercati ad elevata mobilità del lavoro con rapporti di breve durata, inferiore anche ai 3 mesi. Risultato? Anzichè creare nuovi posti di lavoro, tale provvedimento ha aumentato le persone in cerca di lavoro, aggravando la già grave situazione relativa al lavoro in Italia.

Le stime, aggiornate a luglio, parlano di oltre 500mila stranieri in cerca di lavoro, con una diminuzione di circa 600mila occupati rispetto al 2019. Bisognerebbe chiedere, quindi, come mai il governo giallorosso abbia provveduto a tale sanatoria, che va ad ampliare il bacino dei richiedenti lavoro anziché stabilizzare realmente chi era già in attesa.

Settore sbarchi: dal 13 maggio, giorno in cui la Sanatoria Bellanova è stata messa sul tavolo, si è registrato un aumento di circa il 14% degli sbarchi rispetto al periodo gennaio – aprile. Finchè si continuerà – perché bisogna “restare umani” – a far comprendere che l’Italia è un Paese non in grado di tutelare i propri interessi nazionali, il primo dei quali dovrebbe essere il raggiungimento della piena occupazione interna, non possiamo meravigliarci di dati del genere.

Servirebbe un miracolo. O, semplicemente, un Governo di persone con sale in zucca.

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Nello Simonelli
Nello Simonelli
Nello Simonelli nasce ad Avezzano (AQ) il 26 novembre 1988. Sin da bambino interessato a tutto ciò che verte intorno al mondo del giornalismo e della scrittura, si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Teramo nel 2014, per poi dedicarsi ad attività che spaziano dal teatro alla dirigenza sportiva, dedicandosi ad ulteriori studi nel ramo del marketing e della comunicazione oltre che del diritto sportivo. Lavora presso lo Studio Legale Simonelli di Avezzano, è responsabile del circolo cittadino di Nazione Futura, scrive per diverse testate locali, nella Marsica ed in Abruzzo, e di approfondimento politico e sociale.

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