Oggi il Premier spagnolo, Pedro Sanchez, è intervenuto al congresso del PSE, attestando
che “l’estrema destra” stia mettendo a rischio lo spirito europeo.
Ultimamente, la moda progressista è quella di radicalizzare le idee altrui per trovare un
nemico aldilà dei propri programmi: il Presidente spagnolo ha dimostrato che questa
metodologia non è diffusa solo in Italia, ma anche all’interno dell’ UE.
Molto facile accusare gli altri di essere estremisti quando i propri piani subiscono un
contraccolpo dovuto alla mancata fiducia elettorale: probabilmente, la socialdemocrazia
europea, dovrebbe imparare a fare autocritica anziché interrogarsi sul pericolo di un
presunto “autoritarismo”, come accaduto anche in passato.
Sanchez ha spiegato di desiderare un’Europa in cui il diritto sociale abitativo e l’istruzione
non siano riservati a poche persone, sebbene le destre conservatrici in UE non abbiano
minimamente critico le misure “Welfare”, bensidi averle favorite, come nel caso di Fratelli
d’Italia.
Questi giudizi piuttosto scorretti lasciano il tempo che trovano, il Premier spagnolo, così
come tanti altri prima di lui, ha perso un’ ottima occasione per pensare alle prossime
misure per contrastare sul campo i propri avversari, preferendo futili illazioni politiche
utilizzando una dialettica che appartiene più ad un ingranaggio da “Macchina del fango”.