La giustizia ha parlato con chiarezza. Il Tribunale dei Ministri di Roma ha archiviato le accuse di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio nei confronti di Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura del governo Meloni. La sentenza, depositata l’8 aprile 2025, chiude definitivamente una vicenda giudiziaria che aveva sollevato un’ondata di sospetti e speculazioni.
Le accuse, legate a otto trasferte ministeriali e a presunte violazioni della riservatezza, avevano costretto Sangiuliano alle dimissioni il 6 settembre 2024. Ma dopo mesi di indagini, analisi di fatture, testimonianze e documentazione, i magistrati hanno riconosciuto l’assenza di qualsiasi illecito. Un verdetto che riabilita non solo la figura dell’ex ministro, ma anche l’idea stessa di un impegno politico condotto con rigore e trasparenza.
“È stato un periodo di grande tormento”, ha dichiarato Sangiuliano all’Adnkronos, ringraziando i magistrati per la competenza dimostrata. Una vicenda personale montata ad arte, alimentata da certi ambienti politici e mediatici, si è così rivelata priva di fondamento. La sinistra, che aveva cavalcato il caso con veemenza, oggi tace. Le scuse non arriveranno, ma la realtà ha restituito un quadro molto diverso da quello dipinto.
Nel frattempo, Maria Rosaria Boccia – la donna al centro dello scandalo mediatico – resta indagata dalla procura di Roma per stalking, lesioni, interferenze illecite e diffamazione.
Sangiuliano, dal canto suo, ha scelto di voltare pagina. Dal 1° aprile 2025 è corrispondente Rai da Parigi e dal mese di maggio guiderà la sede estera della televisione pubblica nella capitale francese. Un ritorno alle origini giornalistiche per chi ha già diretto il TG2 e ricoperto ruoli di vertice al TG1.
Non solo televisione: il 22 marzo ha presentato a Stupinigi Trump. La rivincita (Mondadori), nuova edizione aggiornata della biografia dedicata all’ex presidente degli Stati Uniti. In un’intervista al Corriere Torino, Sangiuliano ha spiegato di voler dedicarsi ora alla scrittura e all’informazione, senza alcuna intenzione di rientrare in politica.
Il riconoscimento pubblico non è mancato. “Una bella giornata non solo per Sangiuliano, ma per le istituzioni”, ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami. Anche Ignazio La Russa ha espresso solidarietà per “mesi difficili segnati da accuse infondate”.
Dopo la tempesta, resta una certezza: chi ha provato a colpire un uomo ha finito per rafforzarne la credibilità. Ora Sangiuliano torna a raccontare il mondo, con una prospettiva libera e un senso delle istituzioni che – al di là delle polemiche – ha saputo mantenere fino in fondo.