“Inaccettabile che dopo otto mesi ancora non sia stata rimessa in funzione la cucina dell’Ospedale S. Eugenio. Viene da chiedersi a chi conviene questa situazione.
Non certo ai pazienti, ai quali è fornita un’alimentazione inadeguata. I pasti principali cucinati altrove vengono distribuiti anche diverse ore dopo la preparazione con un duplice effetto negativo: scarsa qualità e ridotto potere nutritivo. Negato persino il latte fresco a colazione, sostituito da quello liofilizzato dei distributori automatici installati nel nosocomio.
Con una sola cucina attiva per l’intera Asl Roma 2 si pone anche il tema dei costi dell’appalto e del livello del servizio erogato. A queste condizioni infatti la ditta appaltatrice consegue un ingente risparmio rispetto alla ristorazione concordata. Gli oltre 15 chilometri di distanza tra il luogo di preparazione del cibo e gli ospedali in cui viene distribuito, S. Eugenio e Cto, i tempi di trasporto che rasentano l’ora di viaggio, potrebbero creare anche delle problematiche di integrità delle confezioni e di conservazione delle vivande.
Di tutto questo si è finora disinteressato l’assessore D’Amato, al quale indirizzo un’interrogazione affinché comunichi lo stato dei lavori di ristrutturazione della cucina del S. Eugenio, indichi i tempi di realizzazione, renda conto del ritardo e nel frattempo vigili sulla efficienza e regolarità del servizio catering sostitutivo.” Così in un comunicato Fabrizio Ghera capogruppo di FdI alla Regione Lazio.