Sanità, le nuove misure del Governo Meloni contro le liste d’attesa e per nuove assunzioni di personale

Le liste d’attesa hanno affossato la sanità italiana, insieme a una carenza costante del personale sanitario. Due conseguenze dirette dei continui tagli al Fondo Sanitario Nazionale voluti dalle politiche di austerity degli ultimi governi di sinistra. 40 miliardi di euro in meno in circa dieci anni che hanno ridotto al collasso la sanità italiana. E nonostante l’emergenza fosse sotto gli occhi di tutti, peggiorata durante il periodo della pandemia, nessun governo è riuscito ad adoperarsi per l’abbattimento delle liste d’attesa. Lo ha fatto il Governo Meloni, ieri, in Consiglio dei Ministri, come annunciato in un video pubblicato sui profili del presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Abbiamo deciso di fare la nostra parte per aiutare le Regioni ad affrontare questo problema”. La sanità è infatti competenza delle varie Regioni, ma ciò non toglie che il lavoro dell’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia è stato ineccepibile – non ditelo alla sinistra – per riconsegnare agli italiani il diritto alla salute: “Con la legge di Bilancio avevamo portato il fondo sanitario al suo livello più alto di sempre con 134 miliardi di euro nel 2024 e avevamo destinato oltre 500 milioni di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa”.

Il lavoro per l’abbattimento delle liste d’attesa

Le misure varate dal Consiglio dei Ministri ieri introducono altre importanti novità, che Giorgia Meloni non esita a definire “passi in avanti molto significativi”. Il lavoro sulle liste d’attesa è molto articolato: si parte, infatti, con l’istituzione di un sistema nazionale di monitoraggio che permetterà allo Stato e alle Regioni dove sia necessario intervenire: “Dal nostro punto di vista – ha detto Giorgia Meloni – è uno strumento fondamentale ma che incredibilmente non esisteva fino ad oggi perché evidentemente nessuno prima di noi ci aveva pensato”. Sarà poi il medico, nel momento della prescrizione, a indicare il tempo massimo di attesa, sicché le Regioni “non potranno più chiudere le liste d’attesa e dovranno organizzarsi per rispettare queste tempistiche”. Ci sarà l’aiuto dello Stato in questo, “prevedendo che le Regioni possano far ricorso se non riescono a rispettare i tempi, anche alle prestazioni in intra moenia, cioè quelle che i medici fanno a livello ambulatoriale nelle strutture pubbliche, e alle strutture private accreditate”. Ai cittadini sarà richiesto soltanto il pagamento del ticket, mentre i possibili costi aggiuntivi affrontati dalle Regioni saranno coperti dagli stanziamenti del Governo nella legge di Bilancio proprio per l’abbattimento delle liste d’attesa.

Carenza di medici e i test d’ingresso

Altro problema, come anticipato, riguarda la carenza del personale sanitario. Una carenza che il Presidente del Consiglio definisce “cronica” e che contribuisce senza dubbio al rallentamento delle liste d’attesa. Per questo, il governo di centrodestra ha voluto incrementare le assunzioni: “Interveniamo – ha spiegato la premier – sulla carenza di medici: per il 2024 il tetto di spesa per le assunzioni sale dal 10 al 15%. Dal 2025 lo aboliamo del tutto e lo sostituiamo con un meccanismo capace di calcolare realmente il fabbisogno del personale, territorio per territorio”. Altro modo per incrementare il personale sanitario è favorire la sua formazione universitaria: “Stiamo aumentando i posti a medicina, arriveremo ad avere a disposizione 30.000 studenti in più in pochi anni e stiamo lavorando anche per superare finalmente la lotteria dei test d’ingresso a medicina”. Al contempo, l’obiettivo è evitare abusi e pratiche poco ortodosse: “Prevediamo – ha detto Giorgia Meloni – delle norme per evitare abusi nell’attività di intra moenia: stabiliamo cioè che le ore di attività libero professionale non possano in nessun caso superare le ore di attività in ospedale. Prevediamo ancora che le visite e le prestazioni sanitarie si possano fare anche fuori dal normale orario anche di sabato anche di domenica”. In più, nei provvedimenti varati dall’esecutivo viene combattuto il problema dei medici gettonisti, “del quale – ha detto Meloni – ci siamo occupati fin dal nostro insediamento, mandando i Nas nelle strutture sanitarie, riscontrando abusi incredibili”. L’azione dunque è quella di detassare “le retribuzioni dei medici per le prestazioni aggiuntive che servono ad abbattere i tempi delle liste d’attesa” prevedendosi “un maggiore coinvolgimento degli specializzandi”.

500 milioni per il Sud

Un sistema di premialità e di sanzioni: Giorgia Meloni ha sottolineato che ci saranno “maggiori responsabilità per tutti”, con un meccanismo che premia i dirigenti che rispettano gli obiettivi di riduzione delle liste di attesa e con dei malus per chi, invece, non lo farà. Ma maggiori responsabilità anche per i cittadini: “Un cittadino che prenota una visita e non può andare, deve disdire, perché altrimenti quello sarà tempo perso anche per gli altri. Quindi, per rispetto a chi è in fila, i cittadini che non annulleranno la prestazione e non si presenteranno, dovranno comunque pagare il ticket anche se in misura ridotta”. Ancora tante altre le novità: dai 500 milioni di euro per le Regioni del Sud ai 60 milioni di euro per la salute mentale. Insomma, le risposte del Governo Meloni ai problemi della sanità ci sono, sono forti e mettono a tacere le critiche pretestuose e ipocrite della sinistra.

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