“Il governo stanzi i fondi per le prestazioni mediche rimaste in arretrato sulle patologie non curate durante la pandemia, ma i soldi non bastano e servono provvedimenti di sistema, quali intervenire sugli organici di personale, in maniera rapida ed immediata”.
Lo chiede nel question time il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, capogruppo FdI in commissione Sanità a Palazzo Madama.
“Secondo il quinto Rapporto prodotto congiuntamente dall’Istat e dall’Istituto Superiore di Sanità – osserva Zaffini – nell’anno 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause ammonta a 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media degli anni 2015-2019. Tra il mese di febbraio e il 31 dicembre 2020 sono stati registrati 75.891 decessi dovuti al Covid-19, ma i restanti 24.635 decessi aggiuntivi non sono direttamente collegati al Covid-19, mentre da gennaio a settembre 2020, si sarebbero perse ben 52 milioni di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche”.
“Le preoccupazioni della comunità scientifica – sottolinea Zaffini – e delle professioni sanitarie si sono concentrate in particolare – ma non solo – su due famiglie di patologie, tumori e malattie cardiovascolari, per i risvolti che rischiano di assumere i ritardi nella prevenzione, nella diagnosi, nella presa in carico e nei trattamenti registrati in questi mesi di lotta al Covid”.
“Considerato che non è dato oggi sapere il risultato concreto raggiunto dal SSN in virtù delle risorse stanziate quasi un anno fa nel tentativo di abbattere il numero delle prestazioni sospese nel corso della cd prima ondata dell’emergenza – conclude Zaffini – e che le liste di attesa delle prestazioni sanitarie per patologie no-covid non sembrano essere affatto diminuite, vogliamo sapere se le risorse erogate dal decreto agosto hanno ottenuto i risultati previsti e quali sono i numeri complessivi e le aree di specialità delle prestazioni recuperate e quali iniziative di sistema il Governo intende, invece, adottare, anche in accordo con la Conferenza Stato-Regioni, per il recupero urgente, e non più procastinabile, dell’enorme massa di prestazioni e di trattamenti rimasti in arretrato che ammontano a circa un milione in meno in un anno”.